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21 – Un libro fatto di Diverse storie

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Un libro dal titolo 21, come sono 21 le storie narrate e relative a Disabili Down.

Ricevo e pubblico il comunicato relativo ad un nuovo libro: 21. Lo stesso numero di storie contenute e che raccontano l’essere Down.
A seguire il comunicato, qualche passo e molto altro …

Comunicato: Libro sulla sindrome di down

Ci fa molto piacere informarVi dell’uscita del libro “21”, un libro sul mondo della sindrome di Down che parla anche di bullismo e del nostro rapporto un po’ disturbato con “l’altro”.
Si tratta di un libro molto coraggioso, per ora sicuramente unico in Italia (ideato, tra l’altro, ben prima che succedesse il triste fatto della scuola di Torino con le percosse ad un bambino Down, è molto importante puntualizzare!).

Copertina del libro 2121 storie in 21 stili per capire le problematiche; storie scritte senza volere nascondere né abbellire, evitando attentamente di cadere nel facile tranello di addolcire il tema. Storie che parlano di sogni (molti dei quali infranti), di amore (quasi mai corrisposto), di problemi (spesso
irrisolvibili), di speranze e di angosce, di vita, morte e suicidio, di scelte impossibili e di scelte coraggiose… insomma, come l’ha definito Anna Chiarloni dell’Indice, “21 è un libro sul senso della vita”.

Un libro dedicato anche alle scuole (dove servirà, e non poco) ma non solo. Saprà catturare ogni tipo di lettore dai 12 ai 99 anni.

Non per niente S. Gagliotta è diventato editore solo per poter far uscire questo libro.

– “21” verrà presentato in anteprima italiana il 21 marzo a Torino, su invito delle associazioni di Torino AssDown e AirDown e con il patrocinato del Comune di Torino e della Regione Piemonte (biblioteca della Corte, presso Villa della Tesoriera, Torino, ore 16.00 in presenza
dell’assessore all’Istruzione dott.ssa Pentenero);
– “21” verrà presentato al FantasioFestival di Perugia in data 22 aprile, alle ore 17.30 alla Rocca Paolina;
– “21” sarà presente anche a Scrittorincittà di Cuneo del 2007 (per questa manifestazione si sta studiando ora un percorso preparativo con gruppi di volontariato e le associazioni logopedisti nonché l’AssDown di Cuneo.
– inoltre, nel mese di maggio, ci sarà la presentazione del libro presso la Biblioteca Civica di Cuneo.

Sul sito www.piccoliscrittori.it c’è anche una discussione aperta proprio su questo libro:

Il libro è già reperibile presso i distributori in tutta Italia. Quali e dove sono?

Per informazioni, richieste, domande, interviste ecc:
info@gagliottaeditore.it
georg@piccoliscrittori.it
valentina.oliva@studenti.unito.it

Grazie mille per l’interesse,

Georg Maag
Via Po 45
10090 Castagneto Po (TO)

Valentina Oliva
Via Sobrero 5
10090 Gassino Torinese (TO)

Ho letto, con molto interesse, il libro intitolato semplicemente “21”.
Man mano che leggevo provavo un sempre maggior piacere e mi è sembrato particolarmente interessante perché, a differenza della maggior parte dei libri di questo tipo, non si concentra solo sugli aspetti estremi del problema, non mette in evidenza soltanto le difficoltà né tenta di minimizzarle.
Le difficoltà delle persone Down ci sono, possono essere anche molto gravi, ma fortunatamente non sono tutte uguali; esistono notevoli differenze.
Ed è proprio questo che “21” ha saputo cogliere.”

Dott.ssa Fede Chicco, fondatrice Associazione Down di Torino

“Il bambino disabile protagonista di 21 racconti di limpida scrittura, lo sguardo inerme di esistenze ferite che ci interrogano. Un libro sul senso della vita.”

Anna Chiarloni, L’Indice dei libri del mese

Uscirà a fine febbraio 21 una parte di mondo

di Georg Maag e Valentina Oliva
Illustrazioni di Ilaria Pigaglio
con 42 pagine di schede didattiche in allegato

S. Gagliotta Editore, Napoli
ISBN 88-89945-02-8
10,90 €

per le Scuole Medie Inferiori e Superiori

Odio e amore, egoismo e solidarietà, pregiudizio e accettazione s’intersecano all’interno di 21 racconti che, in diversi stili e con estrema sensibilità, narrano di vite difficili e di persone speciali. Storie di disagi e di paure, ma anche di gioie e di speranze.
Un caleidoscopio di forti emozioni, un alternarsi di comicità e commozione. Sensazioni sottolineate dai suggestivi ed eloquenti disegni di Ilaria Pigaglio, illustrazioni che evidenziano la sensibilità e la dolcezza proprie di chi vive in “una parte di mondo” definita sindrome
di Down.
21 storie che, con stile accattivante e coinvolgente, toccano importanti tematiche sociali come il rapporto tra genitori e figli, insegnanti e alunni, compagni di scuola, arrivando a raccontare, a volte, di grandi vittorie e di grosse sconfitte.
Un vero e proprio percorso di convivenza civile che intende avvicinare e sensibilizzare i giovani, ma anche i meno giovani, al temuto e spesso ignorato tema dell’handicap.
21 non è un libro guida per genitori o educatori di persone Down, né vuole esserlo.
Si propone come un percorso che avvicina il lettore a quella parte di mondo che appare ancora oggi così lontana a tanti di noi…

Due assaggi dal libro:
Leonardo DiCaprio non esiste Erica è una ragazza bassa e paffutella di ventun anni, con i
capelli neri a caschetto a inquadrare il suo viso rotondo dominato dagli occhi scuri. Sprizzano gioia, i suoi occhi enormi, si muovono rapidi dietro agli occhiali rotondi. Erica deve vedere tutto, non vuole perdere nemmeno un attimo del mondo che la circonda, muove la testa di qua e di là, muove gli occhi, sorride e deve sistemarsi gli occhiali ogni momento perché continuano a scivolarle sul naso. E non appena li ha sistemati, qualche rapido movimento del capo li fa scivolare di nuovo in basso e lei li sistema di nuovo mentre sorride. È un po’ timida, ma la voglia di raccontare vince sulla sua timi­dezza.
Ha tante cose che le piacciono nella vita, così tante e belle che a volte non riesce nemmeno a ricordarsele tutte, quando tenta di spiegartele le si affollano in testa e girano come una grande ruota piena di pensieri e desideri, una ruota che non si ferma, che diventa sem­pre più veloce, e quando Erica sta per cominciare a rac­contare, le altre idee si affollano, cozzano una contro l’altra e lei perde il filo e inizia a girare anche lei assieme alla ruota.
«Le cose che mi piacciono?»
Due tra tutte la fanno sorridere, le fanno luccicare gli occhi espressivi, le fanno scivolare giù sul naso gli occhia­li rotondi. «Sono innamorata», sussurra raggiante e diven­ta rossa. Lancia una rapida occhiata a Stefano, seduto accanto a lei, per un attimo nasconde il viso dietro alle mani. Poi vince la timidezza e rialza la testa. «Da grandi vogliamo sposarci e andare ad abitare insieme!» dice.
«Ma vi volete bene?»
«Certo!» Annuisce e deve aggiustarsi gli occhiali, che per poco non le sono caduti in grembo. Stefano la guarda con aria sognante. «Sì, ci sposere­mo», dice. Si vede quanto è felice. «Sono più vecchio di Erica di quattro anni. Ci siamo messi insieme un anno fa. No, due anni fa. Un anno fa era morta mia nonna. Mia nonna mi voleva bene e allora, quando è morta, il nonno…»
«Vogliamo vivere insieme!» Erica lo interrompe e annuisce di nuovo.
«Per stare sempre insieme.» Sul suo volto gioia e felicità lasciano per un attimo il posto a un’espressione preoccupata, si vede che si sforza per cacciarla via.
(…)

Pensieri quasi normali sulla normalità

La professoressa di biologia è sospetta di età pensiona­bile.
Alta e secca, due occhi corvini e capelli corti briz­zolati, entra in classe col piglio di un generale quattro stelle che affronta la truppa.
Si piazza dietro alla cattedra, appoggia la borsa di pelle sulla sedia, mette le mani dietro la schiena dritta, si alza qualche volta in punta di piedi come un tuffatore sul trampolino, fissa la classe con un sorriso e inizia:
«Voi siete normali?»
Silenzio di tomba. Siamo spiazzati. Prima è meglio capire dove vuole andare a parare con una domanda così.
La prof guarda Marta, seduta in prima fila.
«Lei si considera una persona normale?»
Marta diventa prima bianca, poi rossa.
«Parli tranquillamente. Lei si descriverebbe come una persona normale?»
Marta annuisce. «Sì.»
«Bene, bene. Sono contenta per lei.»
La prof guarda Barbara, accanto a Marta. «Anche lei?»
Barbara sorride. «Direi proprio di sì.»
La prof segue ovviamente un piano d’azione. Si rivolge a tutti:
«Qualcuno di voi qui in classe si considera non normale?» Ovviamente nessuno risponde. Non osiamo nemmeno una facile battuta su un compagno di classe non proprio sveglissimo, chiamandolo scherzosamente «non normale».
Non con la prof di biologia che ci osserva con aria di sfida. Meglio aspettare per vedere dove andrà a parare.
«Bene. Ci avrei giurato!» La prof guarda fuori della finestra, dove il sole ha appena fatto capolino tra le nuvole scure. I suoi raggi invadono l’aula. La prof torna a fissare la classe, si alza due o tre volte in punta di piedi e finalmente inizia la lezione.
«Per consuetudine oggi dividiamo le persone tra ‘normali’ e ‘non normali’, oppure ‘diversi’… perché chiamarle ‘anormali’, credo mi darete ragione, suonerebbe brutti­no. Questo vale praticamente per tutto il mondo moder­no, con l’eccezione di alcune popolazioni dell’Amazzonia o della Guinea, oggetto di studi, oppure di popoli da tempo sterminati o estinti come, per esempio, alcuni indiani d’America, i quali attribuivano un’importanza fondamentale alle persone ‘non normali’ della loro tribù. Credevano che le loro mancanze sarebbero state bilan­ciate dallo sviluppo di altre capacità preziose, come la chiaroveggenza per un cieco… scusate, oggi si chiamano: ‘non-vedenti’!… o la previsione del tempo per chi era nato con mutilazioni agli arti eccetera eccetera. Consideravano, insomma, un essere umano sempre come un bicchiere mezzo pieno e mai, come capita nel nostro cosiddetto mondo moderno, come qualcosa di estrema­mente inutile.»
La prof si è concentrata su Marco. Probabilmente gli è scappato un
sorriso. «Secondo lei è così anche oggi?»
Marco deglutisce. «No!»
«Bravissimo, Marco», dice la prof, e Marco non capi­sce se lo prende in giro oppure no. Ma ormai è un fiume in piena, la prof. Nessuno la fermerà più.
«Come Marco ci ha appena spiegato con parole accura­tamente scelte, questo modo di apprezzare il ‘non norma­le’ appartiene al passato. Oggi, le persone si dividono tra ‘normali’ e ‘diversi’ o ‘diversamente abili’. Quest’ultimo modo di chiamarli farebbe sperare in un ritorno alle con­suetudini degli indiani Cheyenne, ma purtroppo non è così: difficilmente ci preoccupiamo di scoprire, in un ‘diversa­mente abile’, la sua diversa abilità. Lo chiamiamo così semplicemente perché suona meglio, è un termine politi­camente corretto, ma sotto l’aspetto umano la sostanza non cambia un granché. È un poveretto esattamente come prima, lo si considera un ‘non normale’. Essendo difficile attribuire un nome a chi non è ‘normale’, possiamo cerca­re un valido aiuto nel dizionario, andando a scoprire cosa ci dice
sotto la voce ‘normale’. Ci servirà nella spinosa distinzione tra ‘normali’ e ‘non normali’ in cui siamo finiti.»
(…)

tra gli ultimi libri dello stesso autore:
Georg Maag
“Il Giardino”
illustrazioni: Irene Bedino

Edizioni Lapis, collana Lapislazzuli
ISBN 88-87546-77-0
pagine 32, prezzo: 12 Euro

Questo è un libro coraggioso.
Racconta quello che succede dentro di noi quando muore una persona alla quale vogliamo molto bene.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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