Città Ideale - La donazione del sangue la possono fare tutti, anche i Disabili

Il valore della comunicazione

Henry Ford

«Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece schiamazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina.» (Henry Ford)

Comunichiamo a partire dal primo vagito che usiamo per annunciare al mondo che ora ci siamo anche noi. Da quel momento, e in continuazione, non faremo che comunicare.

Oggi potete farlo promuovendo il vostro business attraverso le diverse proposte MyComm, farete “Comunicazione Personale d'Impresa” creando una vostra presenza permanente sul Web.

La comunicazione è la più nobile forma di pubblicità, i banner muoiono con le campagne che li diffondono mentre la comunicazione resta e farà la vostra storia!

Molte cose ci sono precluse come molte le potremmo praticare a tutto vantaggio di un protagonismo che ci giova. Donare il sangue potrebbe essere un modo per partecipare alla vita e contribuire a quella degli altri. Chissà, forse il nostro dono potrebbe andare alla Barista che una volta ci ha aiutato a bere il caffè in assenza di un’amicizia acconto od a mille altre persone che in una vita di quotidiane necessità hanno elargito gesti speciali nella loro semplicità.

Potendo, potrebbe essere un’esperienza appagante! Ora vi lascio all’articolo di Città Ideale.

Donare il sangue

Un atto di solidarietà che fa bene agli altri e a se stessi

Donare il sangue è un atto di solidarietà che fa bene anche al donatore. Le donazioni in Europa sono fatte da 42 su 1000 abitanti, in Italia da 35 su 1000: per coprire il fabbisogno basterebbe che il 5% della popolazione donasse il sangue.
Il donatore ideale maschio dovrebbe fare donazioni 4 volte l’anno con intervalli di 3 mesi, se femmina 2 volte con intervalli di 4 mesi. Il sangue donato (sottoposto a rigidi controlli) può servire ai pazienti che hanno bisogno di trasfusioni (al Pronto Soccorso), sottoposti a intervento chirurgico, talassemici (nella forma major necessitano di trasfusioni ogni 3 settimane) o affetti da alcune malattie croniche.
Un donatore sul lettino Il donatore aiuta se stesso perché nel momento del prelievo è sottoposto a visita medica e ad esami di laboratorio (per controllare i valori del colesterolo, dei trigliceridi, ecc, per veriﬁcare che non abbia contratto malattie, come l’epatite B) i cui risultati, spediti a casa, permettono di valutare lo stato di salute, in quanto contengono i valori dell’ultima donazione e quelli di riferimento. Il donatore ideale dovrebbe avere età compresa tra i 18 e i 60 anni, peso uguale/superiore a 50 Kg, godere di buona salute: non essere affetto da gravi malattie/patologie croniche, non aver avuto malattie o assunto antibiotici nei 15 giorni precedenti il prelievo, non aver subito estrazioni dentarie nei 7 giorni precedenti la donazione, non aver subito interventi chirurgici o endoscopie nei 4 mesi precedenti il prelievo, non essere stato esposto al rischio di malattie trasmissibili (non aver effettuato tatuaggi/piercing negli ultimi 4 mesi).
I fattori che determinano la sospensione deﬁnitiva dalla donazione sono un soggiorno in Gran Bretagna per un periodo cumulativo superiore a 6 mesi dal 1980 al 1996 (esistono altre zone considerate a rischio con relativi mesi di sospensione per le donazioni), determinate malattie infettive (epatite virale, siﬁlide, AIDS), l’uso di droghe pesanti e continuato di droghe leggere. Le fasi della donazione sono l’accettazione, il test dell’emoglobina (le donne devono avere 12,5 g/dl, gli uomini 13,5 g/ml; con valori più bassi si può essere considerati momentaneamente anemici), la visita medica con raccolta dell’anamnesi del donatore e della sua famiglia, il prelievo effettuato con dispositivi medici sterili e monouso e il ristoro.