Città Ideale parla di una ricerca del Centro CERGAS dell’Università Bocconi di Milano relativamente ai “super costi” che l’essere Disabile impone.
I Disabili non autosuccicenti costano. Possono gravare sulla Famiglia, sullo Stato o su loro Stessi. Una ricerca del CERGAS Bocconi ha portato ad una dettagliata analisi che ha portato alla stesura di un libro: “La governance locale nei servizi sociali”.
Quasi il 40% delle spese per i disabili sono a carico delle famiglie
Lo dice il volume: “La governance locale nei servizi sociali” di Roberta Montanelli ed Alex Turrini del Cergas Bocconi. La metà delle spese rimane a casa, eguagliando quasi la spesa dello Stato.
Il sistema di welfare socioassistenziale italiano sta conoscendo interessanti processi di riforma e cambiamento.
In diverse zone del nostro Paese si stanno sperimentando nuove modalità di governo dei network sociali formatisi per l’implementazione delle politiche pubbliche locali. Nel volume di Montanelli e Turrini si fotografano i risultati del processo di cambiamento analizzando il ruolo degli attori coinvolti nel sistema di welfare sociale, le risorse da essi effettivamente impegnate e, conseguentemente, gli strumenti utilizzabili per rafforzare le relazioni interistituzionali e garantire un’azione integrata nel territorio locale. Le riflessioni degli Autori si basano sui dati e le informazioni emersi da una ricerca empirica promossa da SPI CGIL Lombardia e realizzata dal CERGAS Bocconi. La ricerca ha avuto l’obiettivo di analizzare il livello di intervento degli attori pubblici e privati operanti in tre ambiti sociali della Lombardia sulla base delle loro risorse finanziarie.
L’Inps garantisce tra il 69% e l’ 80% del fabbisogno dei distretti considerati
In particolare, la ricomposizione delle risorse finanziarie a livello locale ha permesso di rappresentare quali scelte strategiche sono state operate dal singolo attore del welfare pubblico locale e, a livello più generale, dal distretto nel suo complesso.
Un ulteriore approfondimento, effettuato relativamente alle risorse finanziarie per la cura e il sostegno delle persone non autosufficienti, ha consentito di mettere a confronto spesa pubblica e spesa privata al fine di quantificare il ruolo delle famiglie. I principali risultati della ricerca empirica, effettuata su tre distretti lombardi ma di sicura generalizzabilità rispetto al panorama nazionale, possono essere così riassunti:
- un primo dato di assoluta rilevanza è l’estrema eterogeneità nei livelli di intervento pubblico fra i tre distretti lombardi analizzati. Considerando, infatti, la spesa pubblica distrettuale si osservano notevoli variazioni fra i tre distretti analizzati. In particolare, depurando la spesa pubblica totale dalla spesa INPS (e quindi considerando solo la spesa effettiva degli altri attori pubblici (ASL e Comuni) operanti nel territorio si notano squilibri fra distretto e distretto molto alti. Valori così disomogenei in una stessa Regione potrebbero far riflettere sulla necessità di
introdurre nelle politiche sociali regionali meccanismi di perequazione interdistrettuale, meccanismi che garantiscano in altre parole una certa uniformità nei livelli di copertura pubblica del fabbisogno sociale e sociosanitario. - La stessa eterogeneità nei livelli di intervento pubblico a favore del sociale si evidenzia a livello intradistrettuale. In particolare, se si osservano i valori di spesa sociale pro capite assicurata dai Comuni all’interno dello stesso distretto la variabilità nella spesa risulta essere molto alta. Se a questo dato si affianca il diverso peso che in tutti e tre i distretti i singoli Comuni danno alle politiche sociali si può facilmente osservare come, anche a livello di singolo distretto, i principali titolari della funzione sociale abbiano sottovalutato o trascurato l’importanza di meccanismi perequativi e redistributivi fra Comuni appartenenti ad uno stesso territorio e che comunque la collaborazione istituzionale della Zona è ancora debole.
- Continuando l’analisi delle politiche locali perseguite dai principali attori pubblici locali occorre sottolineare il ruolo dell’INPS nella copertura del fabbisogno sociale del distretto, soprattutto per quanto riguarda il settore della nonautosufficienza. L’Inps garantisce dal 69% all’80% delle risorse pubbliche per il sociale riversate sul territorio. Questo dato conduce a tre ordini di riflessioni molto significative rispetto alla governance dei sistemi di welfare locale. In primo luogo data la sua importanza sul territorio, sembra necessario coinvolgere l’INPS nei processi di programmazione zonale al fine di incentivare un’operazione di produzione di informazioni sui diversi utenti che ricevono le prestazioni assistenziali INPS. Ad oggi, non sembra che tale attore venga interpellato dai titolari della funzione di programmazione. In secondo luogo i dati presentati ci dimostrano la centralità dello Stato nel sostenere i bisogni dei più deboli. Dato il tipo di prestazioni, gli assetti di governance e la struttura organizzativa dell’INPS, non è possibile negoziare e modulare a livello locale i meccanismi di accesso al welfare o la costruzione di percorsi integrati per i singoli cittadini beneficiari. Timidi segnali rispetto alla necessità di decentramento nel governo delle prestazioni dell’INPS possono essere intraviste nel passaggio a Comuni e ASL del momento di erogazione monetaria dell’assegno di accompagnamento (passaggio che permette, perlomeno, di aumentare il potenziale informativo in mano ai titolari per governare il fabbisogno rispetto alla non autosufficienza) e nell’istituzione della commissione invalidi dell’ASL (che potrebbe essere vissuta in alcuni territori come luogo di governo della domanda sulla non autosufficienza e non solo, come avviene tutt’ora come organo che svolge una funzione amministrativa/certificativa dell’invalidità).
Assistere un non autosufficiente costa 18 mila euro all’anno
Distribuzione delle risorse pubbliche e private nel welfare per i non autosufficienti
La Redazione
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