Città Ideale: progettare il futuro per una vita dove la solitudine non sia regina.
L’esempio pratico è sempre lo strumento migliore per giungere alla conoscenza di una realtà o … In questo pezzo c’è l’esperienza di una Casa Famiglia che si racconta. Leggetelo e fatelo leggere, è interessante.
La comunità di via Amoretti.
Genitori e figli.
Quando cominciammo, 5 anni fa, ad ospitare alcuni ragazzi disabili nella nostra comunità Alatha di via Amoretti, ci rendevamo conto di iniziare un lungo cammino di esperienza, per noi e per loro. Ciò che ci spingeva ad accogliere ragazzi disabili era la volontà di costruire, o meglio ricostruire, una nuova famiglia affinchè l’ospite potesse sviluppare un suo percorso di autonomia e di espansione verso le opportunità che si potevano cogliere nella vita. Per ciò, la casa famiglia di via Amoretti, tra le prime in Italia, ha avuto un taglio diverso, dove esistevano regole per gli ospiti, ma esse erano circoscritte all’indispensabile, facendo emergere con questa libertà controllata, il progetto di vita che ogni ragazzo aveva come persona e non solo come persona disabile. Dopo 5 anni possiamo dire che il nostro obiettivo è stato quasi raggiunto.
Ma abbiamo imparato anche altro.
Un momento in famiglia.
Non è solo un percorso che accomuna la comunità e l’ospite, ma anche, ed è questa una grande conquista, il percorso che fa crescere i genitori insieme ai loro ragazzi.
I primi tempi di allontanamento del figlio dalla propria abitazione venivano spesso vissuti dai genitori con ansia e soprattutto con senso di colpa. Il distacco dal figlio in modo definitivo era traumatico e spesso procurava al menage della comunità seri problemi di incomunicabilità o,
a volte, di troppa comunicabilità. Spesso si verificavano con i genitori piccoli conflitti con i nostri operatori.
La fiducia del genitore andava conquistata passo dopo passo.
Noi sapevamo però che l’autonomia conquistata dai nostri ragazzi era un obbiettivo difficile da mantenere, ma era anche l’unico modo per sviluppare la persona e insieme rinsaldare i rapporti con le famiglie. L’unico modo per avere successo era il loro successo nella vita.
L’autonomia si scontra con le piccole grandi cose quotidiane, con il voler fare, e ottenere invece dei dinieghi, voler vivere una vita di proprie esperienze fuori dalla famiglia, ma accettare delle regole anche semplici per ottenere dei risultati.
Abbiamo raggiunto l’obbiettivo con in più la “nuova educazione” che giorno dopo giorno, per merito anche di bravissimi collaboratori, siamo riusciti a dare a molti genitori. Educare non è mai a senso unico, la forza dell’esempio e del buon fare è il miglior viatico per far prosperare il nostro progetto di casa famiglia.
In gita a Roma alla fontana di Trevi.
Alberto Vidali
La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.
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