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Città Ideale – La fantascienza diventa realtà per servire i non vedenti

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La fantascienza diventa scienza per migliorare la vita dei non vedenti.

Sta diventando sempre più realtà la fantascienza. Presto sarà al servizio dei ciechi con soluzioni evolute rispetto a quelle che oggi sono le basi per l’“occhio bionico”.

Un occhio bionico darà la vista a molti ciechi

Un piccolo occhio bionico impiantato sulla retina è in grado di far recuperare parzialmente la vista in pazienti resi ciechi da una degenerazione maculare o da retinite pigmentosa

Il dottor Mark Humayun

Nella foto il dottor Mark Humayun

Copertina del numero in uscita di Città IdealeL’invenzione fa parte di un nuovo campo in espansione, quello delle “protesi intelligenti” che interagiscono con il cervello ed il sistema nervoso per ristabilire funzioni perse in seguito a malattie o traumi. Questa retina artificiale in pratica svolge la funzione dei fotorecettori nel cervello, il cui compito è quello di catturare e processare la luce. I primi risultati sui pazienti sono stati molto incoraggianti, e anche se allo stato attuale la protesi riesce a far recuperare un grado di vista rudimentale, tra un paio d’anni potrebbe portare a risultati ben più sofisticati. professore di oftalmologia all’università della Southern California, ha lavorato allo studio con i colleghi della compagnia Second Sight Medical Products per mettere a punto la protesi, che negli Stati Uniti ha appena ricevuto il via libera per una seconda sperimentazione clinica su scala nazionale. L’occhio bionico trasforma le immagini catturate da una minuscola videocamera montata su un paio di occhiali, in una griglia di 16 segnali elettrici, che vengono poi trasmessi direttamente alle terminazioni nervose della retina. La videocamera invia le informazioni alla protesi attaccata all’esterno del bulbo oculare tramite un cavo che corre fino alla retina. Il paziente indossa un trasmettitore grande quanto una mora, che processa le informazioni ricevute e dà energia all’apparecchio.

La rappresentazione schematica dell’ invenzione

Nel disegno la rappresentazione schematica dell’ invenzione

I risultati sono stati superiori alle aspettative. “Pensavamo dalle simulazioni che 16 pixel riuscissero a dare solo la capacità di distinguere fra luce e buio, o al massimo, una scala di grigi”, ha spiegato il dottor Humayun. Invece i pazienti riuscivano a vedere molto di più. Erano in grado di distinguere oggetti diversi e cogliere la direzione in cui si muovevano. Questo grazie al cervello che riesce a “compensare” moltissime informazioni mancanti. La nuova versione in fase di sperimentazione, più evoluta rispetto a quella provata sui primi sei pazienti, avrà circa 60 elettrodi ed è di dimensioni ridotte rispetto al primo prototipo: circa un quarto. Nei pazienti affetti da retinite pigmentosa o degenerazione maculare, i fotorecettori degenerano progressivamente, portando alla cecità. L ”occhio bionico” aggira il problema, creando un nuovo percorso per le immagini in modo che raggiungano in cervello facendo un’altra strada. Il nuovo studio verrà effettuato su un numero superiore di pazienti: da 50 a 75, in cinque centri statunitensi. Verranno seguiti per uno o due anni. Poi, se i risultati verranno confermati, la retina artificiale potrebbe arrivare sul mercato statunitense nel giro di due anni.

Alberto Vidali

La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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