Citta Ideale – Imparare l’uso della domotica per una vita indipendente

Un appartamento “domotico” per abituarsi alla vita diversa

L’Unità operativa di recupero e rieducazione funzionale degli Ospedali riuniti di Bergamo, situata a Mozzo, a due passi dalla città, si distingue come centro d’eccellenza portatore di ambienti e strumenti innovativi per la persona traumatizzata e disabile.

Vista esterna dell’Istituto di Mozzo (Bg)

Il Dottor
Guido Molinero

Un’insolita gentilezza c’è nella voce della signora Giulia quando telefono per mettermi d’accordo per l’intervista al dott. Guido Molinero, responsabile dell’Unità operativa di recupero e rieducazione funzionale degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Dopo un’ora passata al volante sull’autostrada più trafficata d’Italia, tra mille camion urlanti e sbuffanti arrivo a Mozzo, periferia di Bergamo. Capisco la gentilezza della signora Giulia … il posto è veramente bello, la strada sale tra villette una più bella dell’altra, c’è tanto verde attorno che pare di essere in un bosco svizzero. Alle spalle ti lasci il traffico e lo smog e anche qualche pensiero, ci si dimentica di essere nelle vicinanze di un ospedale, dove c’è gente che sta soffrendo. Un incidente o una malattia ti cambiano la vita, può succedere ad ognuno di noi. Purtroppo è così.
Il dott. Molinero ci fa da guida per gli ambienti del Centro che ospita pazienti con lesioni midollari, cerebrolesi da incidenti, soggetti giovani con alterazioni vascolari e pazienti con traumi ortopedici. Anche dentro si respira un’atmosfera diversa dal solito. La casa domotica altro non è che un appartamento pensato e costruito in funzione delle nuove esigenze a cui va incontro una persona divenuta disabile. E’ una casa di pre dimissione per abituare il paziente al passaggio dall’ospedale alla propria abitazione, una specie di rodaggio fatto anche con l’accompagnamento di un parente o di una badante. Nell’appartamento domotico tutto funziona con un tocco su appositi interruttori, scendono le tapparelle, si accendono e si spengono le luci, si aprono e si chiudono le porte.
“Ci siamo resi conto nel corso degli anni passati” dice il dott. Molinero “che le persone che uscivano dall’ospedale, così radicalmente diverse da come erano prima dell’incidente o della malattia, avevano bisogno di un training che le abituasse alle nuove condizioni di vita, anche per non vanificare gli sforzi compiuti da tutti per la nuova autonomia del paziente, per questo è nato questo appartamento domotico”.
“Anche noi ci siamo fatti una grande esperienza che potrà essere messa a frutto con nuovi pazienti” ”Per esempio, con una ragazza disabile e tracheotomizzata, abbiamo acquistato una carrozzina elettrica particolare, dove ogni genere di comando, dato con un soffio delle labbra della paziente, veniva elaborato da un software particolare e tramutato in azione per aprire le porte, accendere la luce, ecc…”

La casa dove si fa “il rodaggio”

L’interno dell’appartamento, a lato i vari comandi per la motorizzazione dei servizi

“Nel nostro Istituto” continua il dott. Molinero “oltre alle normali attività di ripristino delle attività motorie, diamo particolare importanza alle discipline sportive che possono aiutare una persona a migliorare la muscolatura, ecco che nella nostra palestra abbiamo il tiro con l’arco, il ping pong, il basket e altri sport”.
“Tra i nostri ospiti abbiamo annoverato anche atleti a livello nazionale che andranno alle Olimpiadi di Pechino 2008”. “Sono anche in una fase avanzata i contatti con una ditta di Bergamo affinché possa propagandare e produrre su grande scala i prodotti che sono stati pensati e testati nel nostro Istituto per le persone disabili”.

Un paziente durante una seduta di allenamento

Renato Magni