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Città Ideale – Una bugia per sensibilizzare …

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Realtà mediatica e finzione quotidiana Il rene “bluff” era vero scandalo?

Non posso che condividere i contenuti dell’articolo di Vittorio Levi. Ancora e sempre siamo vittime di stereotipi e moralismi che armano la mano della critica e della condanna mentre, però, si è deboli, deficienti e mefistofelici quando occorre proporre fattivamente.

Leggete l’articolo e poi ricercate “Olanda” su questo stesso sito. Vedrete come un piccolo paese può essere grande nei confronti di chi ha bisogno di fatti e non di chiacchieroni …

Realtà mediatica e finzione quotidiana Il rene “bluff” era vero scandalo?

Copertina del numero in uscita di Città Ideale

Gli esperti di comunicazione sostengono, da tempo, che la nostra civiltà è quella del web e, più in genere, dei mezzi di comunicazione di massa, al punto che ci sono persone che non si sentono vere se non riescono, almeno una volta, ad apparire in TV. In tale contesto è chiaro che quanto “passa” in televisione, oggi, equivale, in termini di autorevolezza, al vecchio stilema “E’ scritto sul giornale” a suggello della veridicità della notizia, ma anche è garanzia di ampia diffusione.
Tutto ciò poi è ancora più vero se il messaggio è veicolato all’interno di contenitori, programmi preconfezionati cioè, in grado di aver il massimo potere d’interesse e di suggestione. Non può quindi stupire se, come è accaduto poco tempo fa in Olanda, in un reality show targato Endemol, azienda appena passata nelle mani dell’italica Mediaset, è stato messo in palio, niente di meno che un rene! Quello che, invece, stupisce è come ci sia stato scandalo nell’apprendere dai conduttori che si era trattato di una bufala, di una falsa notizia, di uno “scherzo” utile ai fini del successo del programma ma indirizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle esigenze di donazioni d’organi, in una realtà scientifica in cui i trapianti diventano sempre più fattibili, stabili e resi problematici solo dalla penuria di donatori.

Scena programma

Discutere, ma rendere più facili i trapianti

Più scandalo per lo scherzo che per il merito del programma, per la sua apparente serietà, in buona sostanza. In realtà, già in una notissima trasmissione radiofonica, in un’era in cui (ricordate Radio days di Woody Allen?) questo mezzo era quello che, precedendo la televisione, garantiva la massima diffusione di notizie nel tempo più breve possibile, Orson Welles aveva scatenato il panico, mandando in onda, in tempo reale, l’invasione di alieni sulla Terra.
Anche questa “bufala” oltre a rispondere ad esigenze di spettacolo e di sperimentalismo, aveva fini più complessi e meno ignobili di quel che si potesse pensare, basti considerare il contesto ed il momento storico, nel filone di quel genere di eventi artistici che presagivano la Seconda Guerra Mondiale, col suo carico di lutti e distruzioni assolutamente reali, queste. Per tanto, a costo di sembrare insensibili o stravaganti controcorrente, non ci uniremo all’unanime coro di riprovazione, al tormentone sui “soliti olandesi” che cominciano a legalizzare la droga e finiranno con l’incesto e l’eutanasia. Al più potremmo dire che in Europa abbiamo un Paese, piccolo ma moderno ed all’avanguardia che spesso, negli anni ci ha insegnato cosa siano le battaglie civili che ben conosciamo.

Concorrente al concorso . . .

Lisa, la finta malata di tumore

Ebbene, se in Olanda a qualche buontempone è venuto in mente di fare questo “scherzo”, magari una ragione, non solo spettacolare, ci dovrà pur essere. Possibile non sia venuto in mente ai tanti benpensanti, pronti a scandalizzarsi, che il messaggio fosse forte e chiaro?
Cosa c’è di più emotivamente coinvolgente che raccontare una storia, interpretata da attori, in cui ci sono delle persone sfortunate la cui vita dipenda da un trapianto, in trepidante attesa di un donatore?
Molto più “vero” e coinvolgente di qualunque altro intervento giornalistico, meritorio ma indiscutibilmente trascurato dal grande pubblico. Invece un reality show di successo che proponga un tema sociale tanto spinoso ha maggiori probabilità di comunicare, specie se c’è un retroscena che faccia discutere e riflettere.
Parliamoci francamente; il problema c’è, è grave ed ha, talora, risvolti inquietanti. Già un vecchio film di Sordi aveva proposto una trama in cui c’era una persona che “si vendeva” un occhio. Che oggi ci sia un gran traffico di organi e che talora questi siano di dubbia provenienza è un fatto. Si dice, addirittura, che le mafie varie, italiane e straniere, considerino tale mercato prospetticamente più promettente, per loro, di quello della droga negli anni passati.
Che la scomparsa di bambini, tanti, non sia solo legata a pedofilia ed adozioni illegali ma anche a più orribili traffici, sembra assodato. Ne consegue che la sensibilizzazione di chi deve decidere di donare i propri organi, così come quella dei legislatori, sia essenziale per rendere meno arduo il trapianto e meno interessante per i malavitosi qualunque tipo di traffico illegale o, comunque, di abuso.
Quindi, indipendentemente dai veri motivi dell’operazione ci sentiamo di plaudere se ha contribuito, anche minimamente, a sensibilizzare sul tema.

Vittorio Levi

La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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