Cronaca di un blackout.
Pubblico l’articolo editoriale comparso oggi su Norisberghen.it perché estremamente correlato ad alcune nostre esigenze di Disabili. Buona lettura!
Alice nel paese del buio, per una settimana!
Un mese fa per motivi già scritti dimenticavo di pubblicare l’editoriale che vi rimandava, per serietà, al 2 di Novembre, a quello successivo. Rimando l’argomento che volevo trattare per puntare i riflettori su un fatto che mi ha tenuto lontano da voi per ben una settimana.
Giovedì 25 Ottobre mettevo in coda di pubblicazione gli articoli che sarebbero comparsi il giorno dopo su Norisberghen.it e DisabileDoc.it. Mossa azzeccata visto che il giorno dopo non l’avrei più potuto fare: un guasto all’ADSL Alice avrebbe infatti privato della possibilità di navigare ben 10 paesi del Canavese fra cui Settimo Rottaro dove risiedo.
È stato un episodio che ha dato lo spunto per alcune importanti riflessioni. Prima fra tutte il fatto che l’erogazione di un simile servizio porta Imprenditori, Professionisti e Gente comune a basare molte necessità sulla connessione ad alta velocità quasi sempre in forma Flatt.
Prima, quando Alice non c’era, se ne faceva a meno o si richiedeva una linea ISDN. Il fatto che sia giunta anche in un piccolo paese con poco più di 500 anime ha significato un’evoluzione nelle abitudini lavorative e private. Per entrambe nuovi servizi e metodologie, quindi danni economici per il mondo del lavoro e disagi per i privati.
Marco Freccero, editorialista de ilMac.net, dedicando un articolo alla vicenda ha scritto parole su cui riflettere.
«Internet appare un giocattolo solo per chi non ha voglia di rendersi conto di cosa accade.
E accade questo: le persone sempre più di frequente affidano la propria professione, il proprio futuro alla Rete. E non lo fanno perché sono stupidi, o chissà cosa. Piuttosto, perché garantisce crescita umana (incredibile vero?), professionale (sempre più incredibile, vero?), e in alcuni casi pure economica (ancora più incredibile, vero?).»
E prosegue con una chiosa concisa, ma che trasuda logica e verità.
«Ecco perché se il fornitore di accessi alla Rete manda al buio le persone, gradiremmo sapere qualcosa. Non chiediamo la perfezione; ma di essere trattati come protagonisti del servizio, invece che come limoni da spremere.»
Tanto più, aggiungo io, che senza il nostro “protagonismo economico” il Gestore del servizio non lavorerebbe od evolverebbe …
Nel tessuto sociale, non solo italiano, ci sono poi persone che ancor di più sono legate ad Internet: i Disabili. Creature prive di maggiori diritti, ma con molte più necessità siano esse lavorative o di vita quotidiana in un privato dove il “contatto e la partecipazione” con il mondo avviene tramite doppino telefonico e spesso sistema VOIP.
Il lamento di un Disabile non è parificabile ad un altro pari lamento di creatura Normaloide, il libero arbitrio del primo è limitato è lo è anche nell’azione intesa come Libertà. Se il mio caro amico Marco ha potuto recarsi da un amico in un altro paese per un’urgenza legata ad Internet io non avrei potuto. Non solo per problemi di spostamento, ma anche perché la mia postazione Mac è atipica rispetto a chi non ha particolari esigenze; non sarebbe quindi stato solo uno spostamento, ma un trasloco …
Tutto sommato la colpa di un tale disservizio non è neppure da imputare a Telecom. Sin tanto che chi governa l’Italia (passati, presenti e futuri) rappresenta una classe politica incapace di tutelare i propri cittadini vi saranno sempre imprese che si adageranno su consuetudini comode ai loro bilanci. È infatti diventata una consuetudine pensare che il guasto all’accesso Internet è lecito, può accadere. Come mai? Perché non lo pensiamo anche per il telefono? E poi, perché nel 2007 sul territorio di un paese che si dice evoluto e che siede ai tavoli del G8 non è in grado di trattare i suoi cittadini come pari di un’unica nazione? C’è chi non ha ancora l’ADSL, ma c’è anche chi non ha luce ed acqua o se le ha le riceve ad intermittenza.
È certo che i consumatori sono “mucche da latte”, come è certo che conviene gestire di più una grande stalla (grande città) anziché disperdere energie. C’è però una parola che dovrebbe rendere le stalle equamente sgombre dal letame: Diritti.
Noi, italiani e consumatori, siamo però corresponsabili con chi è manchevole nei nostri confronti come lo è il legislatore che non ci permette di non pagare la bolletta nel caso non fosse evidenziato l’immediato accredito relativo al disservizio.
Non solo: abbiamo anche permesso che venissero chiusi gli uffici, in questo caso di Telecom, così da perdere anche il contatto diretto con il fornitore riducendo il tutto a numeri che si chiamano e che non ti permettono di approfondire o proseguire l’esame di una problematica sempre con la stessa persona.
Va anche detto che molti Disabili sono nella condizione di gestire con fatica o non poter gestire i percorsi di digitazione numerica richiesti, ad esempio, da un 187 dove una volta rispondeva subito l’operatore. I Disabili che usano software per comporre il numero telefonico dal computer non possono poi, sempre da computer, comporre i numeri di scelta e quello dal quale chiamano.
Sarebbe quindi legittimo chiedere un “1870” dove vi fosse da subito un operatore ben conscio delle Differenti esigenze di chi chiama. È questo varrebbe per tutte le Società erogatrici di servizi primari: Telefono & Internet, Luce, Gas, Trasporti e …
Gli strumenti per evolvere una società che si crede solo tale ci sono, basta avere la volontà di attuarli!
Per finire: il disservizio Telecom è durato una settimana; un tempo incredibilmente lungo per tutto quanto espresso.
Partecipa