L’attività teatrale come scoperta del corpo e della mente. Anche la persona disabile può giovarsi di antiche tecniche per esprimersi meglio, per conoscere di più se stesso e gli altri.
Un bell’articolo sul teatro come strumento di conoscenza del proprio corpo.
L’attività teatrale come scoperta del corpo e della mente
Anche la persona disabile può giovarsi di antiche tecniche per esprimersi meglio, per conoscere di più se stesso e gli altri.
I riti collettivi, i riti identifi cativi del gruppo, del clan con la loro scomparsa hanno lasciato un vuoto che nemmeno il teatro popolare è riuscito a colmare. La capacità di connettere e agire, la molteplicità dei punti di vista sviluppa la capacità di comprendere, cioè “prendere dentro” le varie parti di se stessi, ma anche percorrere “il noi” come luogo di relazione, elaborazione e progettazione.
Coniugare la capacità di pilotare un processo con il coraggio e la libertà di “lasciare accadere”, lasciare che l’evento prenda la sua forma.
L’ obiettivo è il produrre una mente più aperta, capace di trasformarsi nella relazione e nell’esperienza, di prevedere e produrre un cambiamento. Una mente in grado di porsi interrogativi e quindi darsi risposte, migliorandosi. L’esperienza come patrimonio necessario al processo creativo: questo è il primo e fondamentale presupposto del metodo formativo trasformativo.
La regista Luciana Cesari
Esperienza di sé, del proprio corpo, dei propri limiti delle proprie nuove dimensioni espressive. La formazione è quindi esperienza, continua e i ncessante esperienza di confronto tra sé e il mondo per il normodotato e a maggior ragione per la persona disabile. La dimensione creativa porta in sè il presupposto del miglioramento; un metodo formativo basato sui processi creativi induce quindi cambiamenti ma, allo stesso tempo a continue trasformazioni positive. Il superamento di contrapposizioni quali mente – corpo, agire – parlare, riconducendo la formazione verso una posizione integrativa di vari aspetti di sè che entrano in sinergia in modo spontaneo nei processi esistenziali quotidiani porta inevitabilmente al saper fare. I tempi del fare sono diversi dal tempo della mente, il pensiero senza le regole del fare, rischia di non darsi dei limiti eludendo o prevaricando il processo dell’esperienza. Il teatro è pensiero ed azione, è un luogo in cui si incontrano ragione e affettività, razionalità e fantasia, un luogo in cui si possono sperimentare stati della mente, del corpo, dello spirito, della relazione nell’agire creativo. Il teatro è magia, perché trasforma spazi, cose e persone, immagina e fa immaginare tutto il possibile e persino l’improbabile. Teatro come gioco, come opportunità di spazi alternativi al vivere quotidiano, come potenziale trasformativo verso l’ ”homo ludens”, ovvero verso il massimo potere immaginativo e creativo. Trovare per la mente e il cuore un luogo in cui porre una altra e più evoluta forma ai nostri bisogni vuol dire. sviluppare la capacità di trasformar e e quindi evol- v e r e anche il piano personale ed etico. La narrazione e il teatro sono un grande strumento formativo che aiuta a connettere l’individuo al proprio contesto socio-culturale: ambiente, scuola, famiglia, lavoro. Attraverso la capacità narrativa, che caratterizza l’essere umano, è possibile intraprendere all’interno del contesto culturale, processi di negoziazione dei signifi cati. Queste attività mirano ad attivare percorsi percettivi e sensoriali, dai quali far emergere una maggiore coscienza del sé relazionale espressivo e creativo sviluppando una maggiore consapevolezza del corpo quale strumento di comunicazione verbale e non. Recuperando il “saper fare” degli individui e dei gruppi, con attività teorico-pratiche di tipo espressivo, si mira ad armonizzare “corpo-cuoremente” integrando il dualismo spesso in confl itto tra mente – corpo, azione – pensiero, emozione.
Per info: www.meteorateatro.it
Luciana Cesari
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