Una buona fonte di ispirazione per una normativa che potrebbe anche interessare i Disabili italiani.
Ars Technica pubblicava due giorni fa un articolo imperdibile dal titolo “VoIP must support disabled users, pay fees”. Nello stesso viene evidenziato come telefonare attraverso sistemi VoIP, come Skype, sia ormai una procedura quotidiana ed abituale per milioni di persone. Fra queste vi è ovviamente anche la rappresentanza dei Disabili che all’estero sono considerati per le necessità che hanno e non vengono abbandonati alle loro “Diverse Abilità”.
Partiamo da un teorema: il VoIP, per importanza, deve essere equiparato alla telefonia fissa per quanto concernente ai servizi.
La Commissione U.S.A. per le telecomunicazioni ha quindi invitato, eufemismo di obbligato a breve terme, le società che erogano servizi VoIP o producono hardware finalizzato all’accesso di tali servizi di allinearsi alle linee guida sull’Accessibilità ed Usabilità dei sistemi definite dal servizio 711.
Questa nuova imposizione di vivere civile è dettata dalla volontà di rendere i servizi VoIP immediatamente accessibili anche per i Disabili.
È bene ricordare che il servizio 711 è in grado di supportare il Disabile sotto molteplici aspetti. Uno di questi è finalizzato a servire persone Mute che dovendo comunicare con il mondo chiameranno il 711 ed avranno un operatore che convertirà i loro testi in parole e le parole dell’interlocutore in testi.
Il fattore culturalmente importante è che il servizio 711 viene “volontariamente finanziato per legge” dagli operatori di rete fissa. Il protagonista vero è quindi il legislatore che è a conoscenza dell’esistenza di noi Disabili.
I nostri invece, gli italici, se ne ricordano solo quando è ora di andare in campagna elettorale ed iniziano a sfoderare l’unica attenzione che anno voluto comprendere: le Barriere Architettoniche.
I legislatori italiani, che costano 12.500 euro al mese, sono talmente colti da redigere normative conflittuali fra di loro che poi non sanno come rivedere. Se volete farvi un pianto od una risata isterica leggete gli articoli del Dottor Luca Faccio – LucaFaccio.it – che evidenzia, per esempio, come per ottemperare alla legge sulla Privacy voglia dire cancellare il simbolo della carrozzina dal tagliando per il posteggio dei Disabili.
Vi ho proposto in sintesi quanto esaminato da Ars Technica. Credo però che sia sufficiente per determinare come all’estero, non solo negli U.S.A., vi sia un’attenzione di tipo concreto mentre in Italia si continua a teorizzare sulle spalle di chi non può neppure scendere in piazza per far valere i propri diritti.
Sarebbe interessante vedere treni speciali diretti a Roma per una manifestazione di piazza e capire come si potrebbero organizzare dei servizi pubblici che non hanno mai adeguato le loro reti alle necessità dei Disabili …
Un grazie particolarmente di cuore all’Amico Paolo Portaluri che mi ha segnalato la notizia!
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