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Città Ideale & DDoc – Un editoriale Speciale, incomincia la “Guerra” all’inesistente …

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Caccia grossa al Diversamente Abile.

L’articolo che segue l’ho scritto per Città Ideale con l’intento di spiegare una volta per tutte perché non riesco ad accettare la definizione “Diversamente Abile“.

È giunta l’ora di riscrivere molti anni da falsità, pie illusioni, atteggiamenti mefistofelici e ladrocini vari … È giunta l’ora di essere protagonisti!

Caccia grossa al Diversamente Abile

Cerchiamo di capire e denunciare un “falso ideologico” che ci danneggia da anni e che ha fatto scempio della nostra stessa lingua. Un abuso perpetrato a fin di bene od una furba manovra socio economica?

Savana con cacciatori e Diversamente Abili in fuga

Copertina del numero in uscita di Città IdealeSono sempre più convinto che molte persone non sono qualificate per trattare l’argomento Disabili come son sempre più dell’idea che lo debbano fare i diretti interessati. Negli ultimi trent’anni l’Italia ha affrontato problemi “storici” come il terrorismo, la mafia, i conflitti sociali, l’emergenza AIDS e tutte le innumerevoli calamità naturali. Ha dovuto, ha dovuto per violenza subita da una mano armata di pistola o siringa infetta o perché il terreno ha tremato tanto da radere al suolo intere aree.

Carlo Filippo Follis, Direttore Editoriale di DisabileDoc.it

Carlo Filippo Follis

In Italia si agisce perché obbligati dal dramma, dalla violenza che potrebbe colpire la società, quella che esce di casa la mattina e torna la sera dopo il lavoro, quella che esce la sera per cena e poi va al cinema, l’Italia del vecchio spot Martini: quella che vive!
Qua e là lungo l’italico stivale stivale esiste un nostro simile, il Disabile, che spesso non esce di casa, non ferisce, non uccide, non infetta e nemmeno protesta. Molti non possono, molti non vogliono per timore di esser visti ancor più Diversamente, molti tacciono perché glielo dice la mano che soffia loro il naso, che li nutre o che li pulisce dopo aver defecato. I Disabili son come tutti gli altri, possono essere canarini o cocorite oppure rapaci con lo sguardo penetrante, ma quasi sempre in una gabbietta più o meno dorata dalla quale è difficile uscire. Anche chi è Falco ha il laccetto alla zampa …
Mentre altri animali combattevano fieri per se stessi noi ci piegavamo ai gestori stolti di una realtà difficile da comprendere se non la si vive. I cambiamenti sociali degli ultimi anni li abbiamo pagati cari più degli altri. Se la violenza era una emergenza, una necessità evidenziata sotto voce, con timidezza e rispetto portò alle origini di un dramma oggi invisibile agli occhi dei più …

Prima, era vera cultura

Ho ricordi nitidissimi della mia giovinezza ed in particolare dei meravigliosi sette anni trascorsi a Milano presso l’Istituto Don Carlo Gnocchi. In quel passato c’era il vero futuro, la lucidità di descrivere e vivere le situazioni per quelle che erano. Un giovane prete, Don Carlo, nel dopo guerra volle quella struttura per i suoi “mutilatini”. Io arrivai nel 1969 quando l’emergenza bellica era un ricordo degli inizi. In quegli anni i Disabili erano diventati i protagonisti di una Fondazione che prima di curare il corpo educava la mente, soprattutto quella dei famigliari …
Io ero Carlo Filippo, per molti solo l’uno o l’altro, o Pippo nomignolo che non so bene da dove giunse, ma che ancor oggi ricordo. Ero però anche qualcosa di Diverso per essere lì: ero un Disabile.
Uno di quelli che avrebbe potuto far tutto nella vita, uno dei tanti a cui la mitica Signora Bianchi, con tutto il resto del collegio, aveva infuso il culto del possibile, quell’umanistico credo che diventava il carburante delle nostre azioni: lucida follia. Così ho sempre chiamato la forza per giungere dove si vuole e si può arrivare. La vita non è un gioco facile per nessuno, c’è anche chi è negato per il gioco, ma c’è anche chi a voglia di sbancare a Monopoli. Mi insegnarono a giocare con le giuste regole ben sapendo che la partita sarebbe stata più dura, ma non impossibile. Tutto ciò che facevo l’ho realizzavo con le mie capacità residue e con quegli attributi mentali che mi erano stati formati negli anni. Mai ho agito per Diverse Abilità!

Qualcosa stava però erodendo le fondamenta di una sana ed utile cultura.

«Si può fare molto anche essendo Disabili, basta non negare la propria condizione dietro a parole vuote come “Diversamente Abile” o “Diversabile”. Per cambiare bisogna agire, non ribattezzare …»

Il dramma

Sul finire di quel felice periodo a Milano iniziava a tirar un’aria non buona, carica di sabbia che finiva negli occhi di tutti. Iniziò il periodo nuovo, la nuova era, l’integrazione dei Disabili nelle scuole. Quel mondo che mi accolse nel 1969 si stava restringendo, molti la mattina salivano sui pulmini per raggiungere scuole esterne.
In quel periodo il potere giunse nelle mani di Psicologi, Intellettuali e legislatori che, come oggi, si guadagnavano la pagnotta giocando con la pellaccia altrui. Bisognava innovare! Cambiare!
Presto si dovette anche prendere atto, come in altri casi, che la patata si era fatta bollente.

Strutture come il Don Gnocchi erano preparate a gestire la realtà del Disabile, altre no. Occorreva un rimedio immediato …

Si inventarono le Diverse Abilità

L’incapacità di un manipolo di stolti con la fretta di firmare una pagina di storia creò tanti danni da dover infinocchiare la società tutta a danno di una categoria: i Disabili.
Nacque così una nuova specie: i Diversamente Abili!
Senza aggiunte anagrafiche si creò una nuova popolazione, dei mutanti sulla carta, ma non nelle azioni. Si iniziò a raccontar la storiella del Diversamente Abile e, come sempre accadde in Italia, la bufala attecchi!
Non solo, continua nel tempo ed inorgoglisce presentatori, conduttori, giornalisti e tutti quelli che credono d’aver capito chi veramente era il Disabile delle caverne poi evolutosi in Diversamente Abile.
Il problema è che la posizione eretta giunse a chi l’aveva già, come tutto il resto … Però una gran cosa si era fatta: si era riverniciato di fresco un intonaco cadente da anni e tutti iniziarono a gridare: “Che bello!”.

… ma chi è il Diversamente Abile

Potrebbe essere la Fata Turchina, l’Unicorno bianco, Peter Pan o … L’importante e credere che esista! Chissà, forse si trova proprio solo nell’isola che non c’è …

… ma cosa può fare il Diversamente Abile

Solamente tutto ciò che può fare un Disabile, né più e né meno! C’è però un’aggravante: adesso la società ci crede Abili quindi può lavarsi le mani e non ottemperare a quei doveri a cui si sottrae da anni …

I Disabili corresponsabili

I Disabili e le loro famiglie sono i primi corresponsabili di questo scempio linguistico e falso ideologico. Chissà, forse la Diversa Abilità è uno scudo, una protezione alla più cruda realtà? Mi auguro che un Genitore od un Figlio Disabile non debbano ricorrere alla menzogna per sentirsi più accettati in società.
La nostra categoria e chi ci tutela dovrebbe provar vergogna nella negazione di una realtà inequivocabile! I Neri d’America non si sono definiti Diversamente Bianchi per affermare i loro diritti come i Gay non si sono mai definiti Diversamente Etero e …

Se siete veramente convinti di essere Diversamente Abili e non riuscite a mangiar da soli provate a non ricevere aiuti chissà che non diventiate Diversamente Sfamati. La stessa prova fatela con tutto ciò che non potete fare. Forse comprenderete che accettare di esser definiti Diversamente Abili è un insulto alla dignità della persona Disabile che fa sempre e solo ciò che può in base alla volontà che ha!

Diversamente “V Day”

Scrivo questo articolo dopo i clamori della manifestazione che ha organizzato il comico Beppe Grillo. Se in Italia è questa l’ultima frontiera della comunicazione provate a mandar “affanculo” chi vi da del Diversamente Abile! Spiegategli però il perché del viaggio, altrimenti vi abbasserete solo a mal parlanti senza scrivere una riga di tentata cultura …

Per concludere

Fare diversamente qualcosa vuol dir comunque che sebbene in maniera differente la si fa. Non vendiamo a prezzo di liquidazione la nostra Dignità e le nostre Necessità, non avvalliamo una falsità storica frutto di incapacità, ignoranza e ladrocinio. Cerchiamo per quanto ci è concesso in base alle nostra singole capacità di essere protagonisti nell’azione e non in un falso ideologico.
Infine diffidate di chi afferma di vedervi come tutti gli altri, quanto meno diffidate delle sue diottrie e ricordate che chi accetta la condivisione della vostra condizione è principalmente chi non ha neppur la necessità di parlarne …

Il discorso io l’ho iniziato, voi proseguitelo e siate sempre dei Disabili Doc!

Web: www.disabiledoc.itwww.norisberghen.it
Email: cffollis@norisberghen.it
Skype: noris86

Carlo Filippo Follis

La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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  • 1 commento

    1. Ciao Carlo, come sempre riesci a cogliere il nocciolo della questione, io, te e gli altri siamo tigri in gabbia, che possono esprimersi solo se c’è un normodotato (un care giver) che ce lo permette. Con questa cattività che ci spunta le unghie, che ci fa arroccare sui nostri problemi, che ci fa perdere la capacità di sognare, solo perchè se vivi, sono problemi per chi si occupa di noi. Sono nauseato di dovermi preoccupare prima dei problemi di chi si occupa dei miei, che di me. Ma forse quest’eccesso di egoismo, è solo lo sfogo di un animale che non saprebbe che fare se si aprisse la gabbia.

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