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Città Ideale – Per riprendersi da un “corto circuito”

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Assistenza al paziente colpito da ictus: una visione d’insieme.

Più volte è stato toccato il discorso riabilitazione. Oggi lo si fa per le persone colpite da ictus.

Assistenza al paziente colpito da ictus: una visione d’insieme.

Copertina del numero in uscita di Città IdealeL’ictus cerebrale è il danno improvviso che alcune cellule del cervello subiscono a causa di un disturbo circolatorio cerebrale. Gli esiti di un ictus possono essere molteplici e tra di loro combinarsi dando origine a quadri clinici molto vari. I disturbi frequenti sono di tipo motorio (mancanza di forza in una metà del corpo, alterazioni della sensibilità, perdita di equilibrio e coordinazione tra gli arti) e di tipo cognitivo (problemi di memoria, attenzione, umore, disturbi del linguaggio).
Sono proprio gli esiti derivanti dall’ictus che definiranno il grado di disabilità che il paziente dovrà affrontare. Alcuni di questi esiti potranno attenuarsi o scomparire spontaneamente, in altri casi risulteranno fondamentali le cure mediche e riabilitative. Spesso un grado di disabilità non elevato comporta comunque una perdita di autonomia per il paziente e una conseguente necessaria partecipazione dei familiari, o in generale degli assistenti (i cosiddetti “care givers”), durante lo svolgimento delle attività della vita quotidiana.
L’impatto che l’ictus ha sulla vita familiare riguarda ogni sfera della persona. L’ambito emozionale e quello psicologico sono ragionevolmente messi a dura prova dall’incontro con la malattia. Lo stesso fisico si trova costantemente sotto pressione, poiché tutte le energie della famiglia sono focalizzate sulla vittima dell’ictus. Il ruolo sociale della famiglia cambia dal momento che cambiano i rapporti con le figure esterne.
Anche economicamente l’ictus genera un grande stress finanziario. Può, infatti, tradursi in una diminuzione d’introiti e in un aumento delle spese. Sia che la famiglia si possa organizzare per ospitare di nuovo il congiunto a domicilio, sia nel caso questo non sia possibile e si necessiti d’istituzionalizzazioni in reparti di lunga degenza o residenze sanitarie assistenziali, il bilancio familiare dovrà comunque tener conto di costi elevatissimi, non previsti.
A questo proposito, agli operatori della riabilitazione spetta il compito di valutare, oltre allo stato funzionale del paziente, anche l’adeguatezza dell’ambiente di vita, dell’aiuto fornito dalla famiglia e degli aiuti sociali disponibili. Più nello specifico il fisioterapista, o quando presente il terapista occupazionale, si deve occupare precocemente dell’addestramento pratico dei care givers alle corrette manovre assistenziali, così che gli assistenti non si sostituiscano al paziente nella esecuzione dei compiti, ma lo possano incoraggiare alla massima autonomia possibile. La riabilitazione non è perciò fatta ai pazienti ma con i pazienti e i loro familiari.

Il fisioterapista risponde al lettore

Buongiorno, Scrivo alla vostra redazione per sapere se mio padre, colpito da ictus 6 mesi fa, dovrebbe continuare a fare della fisioterapia per recuperare il più possibile la sua autonomia. Attualmente ha ancora molte difficoltà nel camminare, e deve continuamente essere assistito, nonostante nei primi mesi abbia compiuto molti progressi. Grazie

Alberto Cerri, Vimercate

L'esperto - Dott. Fulvio Dal FerraGentile signor Alberto, Purtroppo è molto difficile rispondere con così pochi dati alla Sua domanda. Gli esiti di un ictus possono essere molto vari a seconda della parte del cervello colpita. Alcune persone perdono la possibilità di muovere una o più parti del corpo, altre perdono la possibilità di parlare, altre ancora subiscono un danno alle proprie “funzioni cognitive”.
Persino la fase di recupero è estremamente eterogenea: se alcuni soggetti recuperano, in pochi mesi, gran parte delle funzioni motorie lese, altri purtroppo dovranno imparare a convivere con disabilità più o meno importanti. Avrà quindi intuito come sia difficile darle una risposta precisa, senza conoscere nel dettaglio la situazione di suo padre. Tuttavia è bene precisare due aspetti fondamentali. Innanzitutto, laddove esistano possibilità di recupero, solo un corretto programma riabilitativo può essere in grado di ridurre in modo significativo le disabilità presenti. Anche se questi soggetti hanno subito una paralisi, è possibile far loro imparare nuove strategie motorie che permettano di incrementare l’autonomia nella vita quotidiana. Inoltre, e questo è forse l’aspetto più importante, si deve tener da conto che le possibilità di recupero sono notevolmente più alte nel periodo immediatamente successivo all’evento ischemico, e tendono a diminuire con il trascorrere del tempo. Nello specifico della sua situazione, essendo trascorsi 6 mesi, ritengo sia utile che suo padre venga sottoposto ad una valutazione fisiatrica, in modo da stabilire se vi sia effettivamente l’indicazione per proseguire il trattamento riabilitativo.

Fulvio Dal Farra Dottore in fisioterapia

Luca Viganò

La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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  • 3 commenti

    1. SALVE, MIA NONNA UNA SETTIMANA FA HA AVUTO UN ICTUS E NON RIUSCIVA A MUOVERE IL LATO SINISTRO, PARLARE BENE, DIREZIONAVA LO SGUARDO SEMPRE ALLA SUA DESTRA, ED ERA ASSENTE. NELL’ARCO DI QUESTI ULTIMI TRE GIORNI A RIPRESO A PARLARE COME PRIMA A DIREZIONARE LO SGUARDO NELLE COSE CHE VUOLE VEDERE E NON HA PIU’ QUELLO SGUARDO ASSENTE. DICIAMO CHE DAL PUNTO DI VISTA MENTALE E TORNATA LA PERSONA CHE ERA PRIMA DELL’ICTUS, DAL PUNTO DI VISTA MOTORIO INVECE ANCORA NO.DA SOLA ANCORA NON RIESCE NE A SOLLEVARE LA GAMBA NE IL BRACCIO TUTTAVIA IN QUESTI GIORNI ABBIAMO VISTO CHE SE LE ALZIAMO IL BRACCIO O LA GAMBA E LE DICIAMO DI SPINGERLO CON FORZA RIESCE A FARLO. I MEDICI CI HANNO DETTO CHE LA RIPRESA SI VEDE NELL’ARCO DI POCO TEMPO. IN VOLEVO SAPERE CHE COSA SI INTENDE PER POCO TEMPO E SE NELLO STATO IN CUI SI TROVA MIA NONNA POTRA MIGLIORARE E SE CON DELLA FISIOTERAPIA POTRA RIPRENDERE A CAMMINARE.

      IN ATTESA DI UN SUO CONSIGLIO LE PORGO

      DISTINTI SALUTI

    2. Buona sera ,scrivo a voi x che sono disperata sono una ragazza rumena che vivo qui in italia mia madre sta in Romania e stata colpita da questo ictus 5 messi fa e anche cardiaca,il suo recupero e molto lento e ha sempre dei dolori alla parte sinistra la parte colpita ha fatto poco ricupero io vorrei portarla qua x dei esami ma non so come fare ho paura di farla viaggiare in aereo ho paura che li possa succedere qualcosa.In Romania me l’hanno mandata a casa x mancanza di posti anche se abbiamo pagato tanto…chiedo scusa ma i medici in Romania non le nefrega niente delle persone svolgono il lavoro con nessun interesse.Vi prego datemi un consiglio mia madre sta tanto male ed io non posso fare niente.grazie

    3. Non esiste nessuna possibilità di riprendersi davvero da un ictus. La fisioterapia è solo uno sciocco e inutile palliativo. A me in cinque mesi al Santa lucia di Roma -che viene creduto da tutti il migliore ospedale riabilitativo del centro sud- non hanno risolto nulla anzi addirittura sono peggiorato. Solo le cellule staminali possono salvarci.

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