Gli impulsi cerebrali come origine di un controllo remoto evoluto e gestibile dai Disabili. Ne parla Punto Informatico.
È da venerdì scorso che su Norisberghen.it si parla e dibatte di controllo remoto come fonte di indipendenza ed oggi Punto Informatico pubblica a firma di Alfonso Maruccia un articolo che tratta di quella che potrebbe essere una vera alba tecnologica.
Degli scienziati americani hanno messo a punto un controllo remoto in grado di interpretare impulsi cerebrali che poi diventano ordini, comandi specifici ad un hardware che esegue il volere che noi solamente pensiamo.
Il futuro sarà certamente generoso di soluzioni ed evoluzioni, non dobbiamo però circoscrivere la tecnologia dei vari trovati a specifiche applicazioni. L’uomo è talmente circondato da interfacce differenti da dover pensare sin da ora che il progresso debba “omogeneizzare” molti applicativi affinché Uomo e Tecnologia si “connettano” all’occorrenza senza dover troppo frammentare costi e soluzioni.
Quanto oggi muove una carrozzina elettrica a breve dovrebbe poter governare il puntatore del mouse o la centralina della nostra casa domotica. Tutte queste tecnologie per essere realmente utili dovranno essere montate in parallelo a quanto sarà sempre “ordinario” altrimenti non si giungerà mai a prodotti “condivisibili”. Se ciò accadrà saremmo tutti beneficiari di un assicurazione gratuita sull’evolversi della vita e pronti a rimanere attivi grazie ad un semplice switch intellettuale …
Buona lettura.
Sedia a rotelle manovrata col pensiero
Roma – “Sai che il futuro è qui, quando arriva una tecnologia che permette di controllare i veicoli senza nient’altro che il pensiero”, annuncia trionfale Engadget, e a ben guardare non ha tutti i torti considerando quello che è riuscita a fare Ambient: l’azienda americana ha realizzato una sedia a rotelle radiocomandata, il cui centro di controllo dipende dalle onde cerebrali (vedi video in fondo).
L’innovativo ritrovato segnalato dal New Scientist basa il suo funzionamento su Audeo, un collare da indossare all’altezza della laringe sviluppato da Michael Callahan e Thomas Coleman dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, fondatori di Ambient, in collaborazione con il Rehabilitation Institute of Chicago. Audeo è in grado di tracciare i segnali elettrici trasmessi dal cervello alla laringe attraverso le terminazioni nervose, convertirli in particolari “keyword” e istruire il computer collegato alla sedia – per mezzo di un network cifrato senza fili – a riconoscere quelle parole chiave come comandi elettronici di movimento.
Recenti migliorie agli algoritmi alla base del software di Audeo permettono di decodificare in maniera più complessa i segnali inviati alla laringe, dando nuove speranze di riacquistare la parola ad almeno alcuni di coloro che hanno sofferto paralisi o incidenti invalidanti per le capacità motorie e di articolazione dei muscoli del volto – ammesso però che abbiano conservate intatte le terminazioni nervose della laringe e le sue funzionalità.
“Se questo sistema si rivelasse affidabile sarei davvero impressionato, è molto complesso registrare i segnali nervosi attraverso la pelle” ha dichiarato Niels Birbaumer della Eberhard Karls University in Germania, anch’egli al lavoro su un simile apparato pensato per le vittime di paralisi. La capacità di interpretare le parole potrebbe rappresentare la chiave di volta della tecnologia, laddove la laringe sia ancora funzionante, ed eviterebbe interventi invasivi come l’introduzione di elettrodi nel cervello per l’interfacciamento tra persona e macchina, dove la seconda fa da supporto alle deficienze della prima.
Audeo ha poi un precursore eccellente: lo ha prodotto la NASA nel 2004, rivela il New Scientist, ed è in grado di riconoscere una ridotta quantità di numeri e parole brevi, oltre alle singole lettere dell’alfabeto. In questo caso si tratta di un ritrovato tutto proiettato verso il transumanesimo e l’esplorazione del cosmo, considerando che l’agenzia USA spera di poter integrare presto la tecnologia all’interno delle tute spaziali degli astronauti per donare loro capacità aggiuntive.
Alfonso Maruccia
Partecipa