In un momento di sosta l’identità di una città che cambia?

Campo volo Boglietto

Dico grazie al signor Gamba, simpatico uomo del pallone aerostatico, siamo stati poco assieme, lassù, ma quanto basta per stimarlo affabile e gentile.
Domenica 7 ottobre 2007, ore 15,30, cielo sereno e temperatura amabile tra i prati di Boglietto, paesino a metà tra Asti, Alba e Canelli: poche case, un semaforo ed un piccolo campo di volo proprio dopo i binari della ferrovia.
Oggi è la giornata del disabile a spasso tra le nuvole.
Piccoli aerei rollano, decollano, svolazzano ed atterrano per tornare a caricare uno noi, gente che volteggia con sogni, rimpianti e speranze, noi sulle carrozzine, noi disabili d’ogni stampo, esemplare e malevolo castigo. I volontari che si prodigano, motori che ronzano, arrivi e partenze in rapida successione. Nel cielo passano i “Baroni rotti”: 3 monoplani in formazione pilotati da altrettanti aviatori disabili. C’è aria di festa, festa dell’aria. Aria calda che gonfia il ventre della mongolfiera. Sono lì per lei, da tempo la desidero.
Il pallone è dilatato, ha già voglia di salire, pare un gigante colorato imprigionato da funi e gente. I bimbi hanno gli occhi grossi e ridono.
È il momento, si apre la porticina del cestino, la mia compagna mi spinge e vado. Mani mi aiutano ad entrare in modo funambolico nella traballante “cavagna” e poi si decolla, non si può trattenere il mostro, ha smania di salire. Chiacchiero con signor Gamba, cerco di distrarmi, di esorcizzare il timore, no, non quello di volare! Nella fretta d’infilarmi nell’instabile cesta ho capito che nessuno ha messo i freni alla mia carrozzina, ma la mongolfiera non lo sa, è salita con rapidità e un poco, appena appena, la navicella oscilla. Essere paralizzati ai quattro arti vuol dire non potersi tenere, sento la carrozzina che si muove, la porticina di vimini che accede al cesto è proprio dietro me. Sono certo che, dovessi urtarla, non si aprirà mai… guardo gli alberi di sotto… ora saremo a circa quaranta metri, nemmeno troppi. Parlo di aeroplani col sign. Gamba, mi mostra l’aereo di suo figlio, è un disabile, capisco tante cose. Il volo dura poco, è ora di far salire un altro, la mongolfiera scende ed io ritorno con le ruote a terra. È stato bello, ma adesso lo posso confessare, essere lassù con la carriola che andava avanti e indietro mi ha dimezzato il piacere. Il pomeriggio procede guardando gli aeroplani assieme al mio amico Stefano; sono belli nelle loro forme primordiali, è autunno, tempo di migrazioni, ricordano oche selvatiche che partono verso sud.
I disabili godono di un breve volo, che bella iniziativa! Vedo volti contenti intorno a me, ho fame, una ragazza dell’organizzazione mi regala una merendina.
Ho passato una bella giornata al campo volo di Boglietto, ho apprezzato tantissimo la lodevole iniziativa di portare a spasso in un pizzico di cielo noi malandati esseri con tante voglie e poche opportunità. Gloria all’iniziativa! Che si sappia in giro; non ho chiesto il permesso a nessuno, ma la vicenda del disabile e del pallone aerostatico mi ha ispirato a segnalare il sito per chi volesse provare il piacere del volo: www.boglietto.com
Se un giorno salirete su quella mongolfiera ricordatevi di farvi mettere i freni; per il resto niente paura, è un’ascensione di pochi minuti, ma come in tante altre cose, è il gesto che conta e questo merita ossequio e rispetto; un’altra isola di genuina solidarietà in questo mondo vanitoso e assente, che sempre più confonde idee e speranze di tanta brava gente.

Carlo Mariano Sartoris – www.handyscap.it

Carlo Mariano e Stefano mentre aspettano che la mongolfiera si gonfi di aria calda. Clickate l’immagine per ingrandirla.

Carlo Mariano e Stefano di fronte agli aerei in attesa di decollo. Clickate l’immagine per ingrandirla.