Città Ideale – Preludio ad un pensiero …

Le parole sbagliate

Le parole hanno una forza di cui, spesso, non ci rendiamo conto. Pensiamo cosa hanno significato le parole scritte nella Bibbia o nel libretto rosso di Mao: hanno cambiato i sentieri della storia, ci hanno condotto fino ad oggi tracciando una strada per molti luminosa per altri oscura e priva di mete. I concetti che prendono forma attraverso l’unione di parole una dietro l’altra sono un motore formidabile per il progresso umano, a patto che esse siano ben usate e non se ne faccia un uso distorto del loro valore intrinseco. Una parola usata male può fare danni, lo sappiamo bene… Alcuni anni fa c’era una parola che molti pronunciavano per descrivere una persona con sindrome di down: “mongolo”.
Questa parola faceva del male perchè era sbagliata. Descriveva in modo erroneo e sottilmente offensivo una persona che nulla aveva a che fare con i popoli asiatici. Finchè qualcuno, vent’anni fa, pose rimedio alla questione invitando gli editori, gli organi di stampa e tutta la comunicazione a togliere dal loro vocabolario quella infelice parola. Oggi quasi più nessuno la usa, e il merito è della signora Carmen Rotoli. Anche noi di Città Ideale vogliamo seguire quest’esempio: basta con la parola “diversamente” abile! I gay non sono “diversamente” eterosessuali, come i neri non sono “diversamente” bianchi! Basta! Le persone disabili non sono diverse dalle persone normali, anzi molto spesso sono meglio di noialtri “normali”. Noi facciamo delle cose, loro ne fanno altre, magari in modo più limitato, ma vi assicuriamo che una persona disabile è molto più motivata di un normale quando si mette in testa una cosa. Il problema è che noi normali non ci crediamo. Cominciamo a togliere quel “diversamente”, i veri diversi siamo noi… basta leggere i giornali…

Donato Troiano