È il desiderio di non gettar via un'esperienza di blogger sviluppata fra il 2006 e il 2008 che nacque con l'intenzione di creare una piazzetta telematica all'interno della quale avere voce ma soprattutto darla a chi, come me, è Disabile.
Oggi il vecchio Blog Disabile DOC torna a rivivere come Archivio di Disabili DOC che il 16 febbraio 2015 si è proposto come vero e proprio Magazine online ma al plurale affinché il protagonismo non venisse percepito di uno ma fosse realmente di tutti.
Nel periodo 2006~2008 non imperavano ancora i Social Network, forse anche per questo motivo molti articoli si arricchirono dei vostri preziosi commenti; riattivare un vecchio blog vuole significare mantenere vivo il valore di tante parole scritte da me e da voi.
La lettura di vecchi articoli conferma che molte cose non sono cambiate, ecco perché vi chiedo di partecipare alla più recente avventura di Disabili DOC che è nato per voi, per la volontà di creare D-Cultura e proporre soluzioni a problemi ancora irrisolti.
Carlo Filippo Follis
Partecipa
3 commenti
Mi permetto di notare che il lavoro non dovrebbe essere “per disabili”, come se fosse un lavoro diverso dagli altri lavori. Un disabile dovrebbe essere posto a sfolgere un lavoro come chiunque altro, salvo che qualche limitazione funzionale non gli permetta di svolgere ogni tipo di attività. Se una persona con disabilità fisica si presenta per un lavoro, deve essere giudicato in base a quelo che sa effettivamente fare, ma non nella categoria ghettizzante “lavoro per disabili”. E’ una concezione di tipo sindacale che da ex dirigente d’azienda con 250 collaboratori che dipendevano da me, oggi in carrozzina, non posso accettare passivamente. Stiamo tentando con la ricerca della SDA Bocconi di elevare il livello di lavoro che un diversamente abile si può aspettare, basandosi sulle capacità residue intellettive e culturali. Io non cammino ma ho una laurea più un PH Doctorate, parlo cinque lingue e so stare in mezzo alla gente. Non potrò mai accettare dei lavori di basso livello solo perchè una commissione medica ha decretato una percentuale al 100% fisico: già, ma chi ha mai analizzato il mio livello culturale e la mia capacità di lavoro intelletivo? Perchè non si sdoppia la percentuale dividendo quella fisica da quella intelletiva?
Ecco perchè mi infastidisce il concetto di “lavoro per disabili” e mi piacerebbe trovare altre forme meno emarginanti.
Con questo, ben vengano i contributi per risolvere i problemi di chi sta cercando una fonte di reddito, che potrebbe essere anche da lavoro autonomo di altra forma. Vale la pena di ragionarci e studiare qualcosa che ad oggi non c’è ancora. Pensiamoci e parliamone, magari salta fuori qualcosa.
@Aldo Maria
Concordo al 1.000%!
Mi chiedo però come facciano motissimi Disabili, Te compreso, a pronunciare l’abominio culturale e lessicale che è: “Diversamente Abile” o “Diverse Abilità”.
Visto che collabori con l’Ateneo forse più famoso d’Italia dovresti bandire certe espressioni dal tuo vocabolario. Mi auguro anche che nei progetti Bocconi non compaia simile espressione, marchio di atteggiamenti mefistofelici e falsità!
A presto, ciao!
Da un’email ricevuta da Aldo Maria:
“Il nome poco inporta.”.
Stimo impazzendo tutti?! Come si fa ad affermare “Il nome poco inporta.”?!
E come si fa a coniarne altri?! Come “Persone con disabilità”?! Quest’ultimo criticabile solo se inteso sostitutivo di Disabili.
Tu, collabori con la Bocconi, gli fai da consulente, sei Disabile e ti stupisci di: “DAL Diversamente abili al lavoro”?!
Andimo bene! C’è da pensare che affossiate ancora una volta di più i Disabili che se fossero “Diversamente Abili” non avrebbero bisogno di progetti speciali perché comunque Abili di Agire sebbene Diversamente …
Amico mio, tu stai contribuendo anche con orgoglio a tutti i tuoi problemi. Conoscerai anche cinque lingue, ma se accetti che usino male la tua allora qualcosa non funziona!
Ecco dove sta la differenza fra un DisabileDoc ed uno che afferma «A me interessa più essere attivo e produrre servizi e benefici.» non capendo che opera l’opposto …
Peccato! Un altro spreco all’italiana!
Riflettici, a presto!