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Città Ideale – La terapia del dolore evolve

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Bruno Vodopivec per Città Ideale scrive un articolo relativo all’evoluzione della terapia del dolore.

Un interessante articolo sulla terapia del dolore scritto da Bruno Vodopivec per Città Ideale. Da leggere.

Le cure palliative nel dolore

Ora più disponibili i farmaci antidolore

Copertina del numero in uscita di Città IdealeDopo due anni dall’ultimo aggiornamento, sono state varate le nuove Note AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), importante documento per l’appropriatezza della prescrizione dei farmaci, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 gennaio scorso. Tra le principali modifiche che più direttamente riguardano le malattie croniche, vi è la semplificazione prescrittiva per i medici di medicina generale, attraverso l’eliminazione per alcuni farmaci dell’obbligo del passaggio specialistico. L’introduzione della nota 4 concernente la rimborsabilità per tre molecole destinate al trattamento del dolore grave e persistente. Inoltre, viene affidata prevalentemente al medico di medicina generale la diagnosi riguardante la dislipidemia familiare, mentre vengono unificate le note 79 e 79 bis (osteoporosi) con le seguenti modifiche: non si parla più solo di donne ma di soggetti e si introduce la prevenzione primaria per il rischio di frattura a 10 anni in base alle evidenze diagnostiche. Per quanto riguarda l’uso dei farmaci per la terapia del dolore, che attualmente il Servizio Sanitario Nazionale garantisce la piena rimborsabilità di tutti i medicinali e le terapie farmacologiche indicate nella terapia del dolore, sia esso di natura oncologica, degenerativa, neuropatica o osteoarticolare (analgesici FANS, oppiacei antidepressivi antineuronici). per avere un’idea della copertura assistenziale garantita dal S.S.N. basta ricordare che nel 2005 la spesa a carico dello stesso per i farmaci riguardanti il dolore neuropatico è stata pari a 117 milioni di euro.
Anche l’AIFA segnala la già citata nota 4 la quale garantisce l’utilizzo nel dolore neuropatico di un farmaco, la dulexidina, finora rimborsato solo come antidepressivo, estendendo così le alternative terapeutiche nella cura della predetta condizione. Si registra perciò un ampliamento della disponibilità dei farmaci per la terapia del dolore. Il testo integrale è consultabile al sito: www.agenziafarmaco.it

Immagine di persona che soffre

Dalla ricerca italoolandese una nuova molecola biotech per la cura del dolore

Arriva spesso all’improvviso. Qualche volta si ferma per pochi istanti e poi scompare altre volte invece, per quanti sforzi facciamo, non se ne vuole proprio andare. Stiamo parlando del dolore, una sgradevole sintomatologia che ci segnala la presenza di uno stato infiammatorio o di un danno tissutale (come una scottatura o una ferita) e accompagna a volte malattie molto gravi.
La percezione di questo sintomo è soggettiva perché dipende da due distinti elementi. Il primo, fisiologico, riguarda il sistema nervoso centrale e periferico ed è uguale per tutti. Il secondo, invece, ha un’origine psichica e socioculturale ed interessa la sfera emotiva che è diversa da persona a persona. Per questo motivo la soglia del dolore, cioè il momento in cui una sensazione viene percepita come dolore, non è uguale per tutti. Per alleviare questo sintomo occorre capire prima di tutto come si propaga il dolore nel nostro corpo. Gli stimoli dolorifici sono percepiti a livello della corteccia cerebrale dopo una serie di passaggi ed elaborazioni. Prima di tutto il segnale passa attraverso il midollo spinale (o, per i dolori alla testa, attraverso i nervi cranici) fino a giungere al talamo dove viene smistato in varie parti del cervello. La parte principale è inviata alla corteccia somatoestesica dove si forma la sensazione primaria del dolore. ErbaUna seconda parte arriva al sistema limbico dove si confronta con i nostri ricordi (uno schedario in cui si classificano i dolori “nuovi” e quelli già provati). Il sistema limbico invia poi il segnale alla corteccia prefrontale. Qui il dolore assume tutte le sfumature legate alla personalità del soggetto. In questa parte del nostro cervello il dolore e l’umore si influenzano a vicenda. Il dolore peggiora l’umore e, viceversa, uno stato euforico attenua l’intensità del sintomo mentre l’ansia lo peggiora.
In realtà esistono diversi tipi di dolore. In base alla sua durata il dolore si divide in acuto e cronico. Il primo è un campanello d’allarme indispensabile per correre ai ripari in caso di lesione o infiammazione. Quando ci pungiamo con uno spillo o ci scottiamo la mano il dolore che proviamo mette in moto un meccanismo quasi automatico di difesa che ci porta istintivamente ad allontanarci dall’oggetto pericoloso. L’approccio terapeutico corretto per la sintomatologia acuta è quello di curare il danno o la malattia che l’ha provocato e di usare nel contempo analgesici e antinfiammatori, applicati localmente (gel e pomate) o somministrati per via orale, in grado di alleviarne i sintomi. Oggi la medicina possiede un ampio repertorio di farmaci per quasi tutti i livelli del dolore acuto: dalla comune aspirina ai FANS e COXIB, agli oppiacei (codeina e morfina). Se un dolore acuto persiste nel tempo si può trasformare in cronico. Questa sintomatologia è molto più grave perchè accompagna spesso una patologia severa (un tumore, una degenerazione neurologica o una artrosi) e perché gli strumenti per alleviarla devono tener conto anche del rischio di assuefazione che si presenta nel tempo. Somministrare una certa dose di morfina ad un soggetto affetto da tumore alle ossa può alleviare la sofferenza in un primo momento ma, quando si raggiunge l’assuefazione, quella dose non è più sufficiente ed occorre aumentarla per ottenere lo stesso effetto.
RicercatorePer queste ragioni, da alcuni anni, la ricerca sulle cure palliative ha impegnato ricercatori di tutto il mondo per migliorare la qualità di vita del paziente per tutto il periodo di durata della malattia. È un lavoro di squadra tra la cura della patologia e l’attenzione al benessere del malato tenendo conto, tra l’altro, che una parte consistente delle sofferenze è legata, il più delle volte, alle terapie necessarie per combattere la malattia stessa. E i primi risultati incominciano oggi a farsi vedere. Studiando l’Ngf, il fattore di crescita dei nervi scoperto dal premio Nobel Rita Levi Montalcini negli anni ’50, gli scienziati hanno constatato uno stretto legame tra questa proteina e lo sviluppo del dolore. Ricercatori italiani e olandesi hanno sintetizzato in laboratorio, grazie all’ingegneria genetica, un nuovo anticorpo monoclonale, MNAC13, in grado di inibire l’Ngf e, di conseguenza, bloccare il dolore senza dare assuefazione. Questo nuovo farmaco biotecnologico potrebbe presto sostituire morfina e oppiacei nella terapia paliativa. Il condizionale, in questi casi, è d’obbligo perché ci vorranno ancora alcuni anni di sperimentazione sull’uomo prima che il farmaco possa essere commercializzato.

Bruno Vodopivec

La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. ImprendiNews.com è la prima testata attiva dal 1º maggio 2014. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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