Città Ideale – Dietro al pallore un’insidia

Quando i globuli bianchi non funzionano

Sono ancora molti i misteri che circondano alcune malattie. Il pallore di un bimbo può nascondere una malattia delle cellule che va diagnosticata il più in fretta possibile.

Per effetto di cause ancora ignote, alcune cellule midollari (che producono globuli rossi, bianchi e piastrine) subiscono un’alterazione e generano grandi quantità di globuli bianchi immaturi.
Un bimbo, per esempio è soggetto a infezioni (per i suoi globuli bianchi mal funzionanti e non in grado di proteggere contro gli agenti infettivi) e gravi emorragie (per la scarsità di piastrine). A seconda del tipo di cellule colpite, si hanno diverse forme leucemiche: linfoblastica acuta e mieloblastica o non-linfoblastica.
La leucemia cronica o mieloide è rara nel bambino. La leucemica linfoblastica acuta (LLA) è la più frequente in età pediatrica; notevoli sono stati i progressi negli ultimi decenni nella terapia di questa forma. Il soggetto presenta pallore, emorragie, febbre, ingrossamento di fegato, milza e linfoghiandole.
Il tempo medio che consente di sospettare una leucemia è di 3-4 settimane. In presenza di LLA, durante una ospedalizzazione di circa 10-15 giorni, è eseguita una terapia intensa per una normalizzazione del quadro ematologico e midollare. Dimesso, il bimbo prosegue la terapia in parte a casa, in parte presso il day-hospital.
Nei primi 6-7 mesi, a causa dei frequenti controlli e della terapia intensa, egli riduce la regolare frequenza scolastica. Dopo 2 anni di terapia antileucemica si ha una sospensione. Seguono 2-3 anni di osservazione per verificare l’effettiva e completa guarigione. Se si ha una ripresa della malattia leucemica, le cure si fanno più intense.
Se molto aggressiva e difficilmente dominabile dalla chemioterapia tradizionale o se si hanno precoci ricadute, si può ricorrere al trapianto di midollo osseo: procedura terapeutica che permette la sostituzione delle cellule malate midollari con altre emopoietiche sane prelevate da un donatore istocompatibile (il miglior donatore è un fratello genotipicamente identico). La conferma dei risultati si ha dopo almeno 2 anni. Possibili complicanze: infezioni o aggressioni da parte del midollo ricevuto agli apparati/tessuti del ricevente.
I sintomi della leucemia mieloblastica acuta (LMA) sono simili a quelli delle LLA, anche se, a causa della sintomatologia meno acuta, la diagnosi può essere lievemente ritardata. Si procede con una terapia intensa per la remissione della malattia (con farmaci diversi rispetto a quelli utilizzati nella LLA).
Il trattamento richiede periodi più lunghi di ricovero ospedaliero per la chemioterapia, cui può seguire il trapianto di midollo osseo (autologo o allogenico). L’Europa ha dato l’ok per il Dasatinib, farmaco destinato agli adulti colpiti dalla mieloide in fase cronica (accelerata o blastica), con resistenza a precedenti cure. Il farmaco, che sembra anche indicato per gli adulti con leucemia linfoblastica acuta e mieloide cronica in fase linfoide blastica, è disponibile in Austria, Germania, Francia, Finlandia, Svevia e Regno Unito, mentre in Italia è al vaglio delle autorità.

Cristina Crabbia (si ringrazia D. Rossi)