Nelson Mandela e la rivoluzione del Medical Act.
Con una giusta dose di umiltà è bene osservare l’operato di quei pochi Piccoli Grandi uomini e donne che riescono a piegare la storia e far sì che si inchini al buon senso.
La storia è principalmente scritta da lori!
Nelson Mandela e la rivoluzione del Medical Act
Il Medical Atc è la legge che permette di revocare i brevetti dei farmaci per consentirne la produzione e l’uso a prezzi sociali.
Oggi la battaglia contro l’Aids non è solo quella combattuta tra l’uomo e la malattia ma assume sempre più i contorni di una vera e propria guerra economica e giudiziaria tra il nord ricco e il sud del mondo povero e malato. Se a questo aggiungiamo lo sfacelo dei sistemi sanitari locali e la corruzione che rappresenta in alcune parti del mondo una vera e propria epidemia si comprende meglio come, negli ultimi dieci anni, la sindrome da immunodeficienza sia dimezzata in occidente e più che raddoppiata nel continente nero.
Pomo della discordia è il brevetto dei farmaci salvavita. Le case farmaceutiche europee e nordamericane detengono la quasi totalità dei brevetti, l’Africa, il Sud America e l’Asia la quasi totalità dei malati ma non hanno i soldi necessari per le cure. Si assiste così ad uno stillicidio di cause legali, denunce civili e ricorsi tra le big farmaceutiche che rivendicano la sacralità dei brevetti e i governi dei paesi in via di sviluppo che rivendicano la sacralità della vita umana.
Arbitri di tutto ciò sono gli organismi internazionali come l’ONU, il WTO e l’OMS costretti spesso a far quadrare il cerchio pressati come sono tra i governi dei paesi ricchi che difendono gli interessi delle proprie aziende e le ONG impegnate nei paesi poveri che non si risparmiano nel sensibilizzare l’opinione pubblica europea e americana sul problema Africa.
La posta in gioco è molto alta. Le prime dieci più importanti case farmaceutiche hanno un profitto di trenta miliardi di dollari per i farmaci venduti nei paesi in via di sviluppo su un fatturato totale di duecento miliardi di dollari. La salute globale diventa un business da nove zeri e la battaglia si preannuncia senza esclusione di colpi.
Ma per capire a fondo questa rivoluzione dobbiamo fare un passo indietro di circa 15 anni.
Nel 1992 la Thailandia, paese con più di un milione sieropositivi, decide di promulgare una legge apposita per gli anti-retrovirali e un processo chiamato Safety Monitoring Programme (Smp) che di fatto conferisce per qualche anno un’esclusività di mercato pari a un brevetto. Questa nuova legge in effetti non era così rivoluzionaria come appariva. Infatti l’articolo 31 degli accordi WTO (l’organizzazione mondiale del commercio) prevedono la “licenza obbligatoria” in base alla stessa nazionali permettono ai produttori locali di aggirare i diritti di brevetto in situazioni d’emergenza sanitaria.
Nel 1997 il presidente della repubblica Sudafricana, Nelson Mandela, in considerazione dell’impossibilità dell’economia nazionale a sopportare gli alti costi di importazione dei farmaci anti HIV, firma la legge che prende il nome di Medical Act. Attraverso questa legge viene concesso al Ministero della Sanità il potere di revocare, in modo discrezionale, i brevetti farmaceutici validi nello Stato consentendo ad industrie locali la produzione di un farmaco, la cui formula ed il cui procedimento produttivo sono pubblici per il fatto stesso di essere brevettati, senza pagare i diritti di brevetto.
Inoltre la stessa legge prevedeva il ricorso alla cosiddetta “importazione parallela” , in base alla quale è possibile per ragioni di salute pubblica e per periodi di tempo limitati, importare un farmaco dai paesi che offrono un prezzo migliore. Nel 1999, 38 multinazionali farmaceutiche consociarono nella Big Pharma denunciando al tribunale di Pretoria la Mandela Act. Due anni dopo, nel 2001, le forti pressioni dell’opinione pubblica mondiale (furono raccolte più di 250.000 fi me in 130 paesi) costrinsero la Big Pharma a ritirare la denuncia.
Quello stesso anno la Cipla, una società farmaceutica indiana, nonostante la diffida del colosso Glaxo offre ai governi africani una combinazione di farmaci anti-Aids (il cosiddetto cocktail) al costo di seicento dollari l’anno per ogni paziente (350 dollari per le ONG). Il prezzo medio degli stessi farmaci, imposto dalle industrie farmaceutiche europee e statunitensi che ne detengono i brevetti, si aggira fra i dieci e i quindicimila dollari l’anno. Anche il Brasile si muove sulla stessa strada.
350 dollari per una cura contro 15.000 dollari della stessa cura
Nel febbraio del 2000 il ministro della Sanità brasiliano, Josè Serra, in occasione dell’incontro annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra afferma che “la proprietà non può essere considerata un valore assoluto ma sociale” e che quindi i brevetti sulla proprietà intellettuale dei farmaci devono venire sospesi in caso di emergenza.
Oggi nel mirino della Big Pharma c’è l’India perchè circa la metà dei farmaci utilizzati nella lotta all’Aids nei Paesi poveri provengono da quel paese. Dopo l’imposizione, nel 2005, da parte del WTO di concedere i brevetti sui farmaci, il governo e il parlamento indiani hanno approvato una legge che stabilisce che i brevetti siano concessi solo per i farmaci veramente innovativi e non per piccole modifiche che ampliano il monopolio delle multinazionali.
Nel 2006 la Novartis presenta ricorso contro la legge indiana sui brevetti. Se la Novartis vincerà sarà persa per sempre una normativa indispensabile per assicurare la produzione di medicine a prezzi accessibili. In tutto il mondo moltissime persone sono curate con farmaci prodotti in India.
“Per le persone che come me vivono con l’HIV, la vittoria della Novartis vorrebbe dire tornare indietro ai tempi in cui non potevamo permetterci le cure – ha detto Loon Gangte, dell’associazione indiana dei pazienti affetti da AIDS – .
La concorrenza dei generici è stata l’unico fattore capace di abbassare i prezzi dei farmaci anti-Aids di prima generazione rendendoli accessibili ai paesi poveri”.
Nel frattempo la guerra continua. Nel marzo di quest’anno il colosso americano Abbott ha tagliato i rifornimenti dei nuovi farmaci anti-retrovirali alla Thailandia. La motivazione è semplice: la concessione di licenze da parte del governo tailandese per la distribuzione dei farmaci essenziali coperti da brevetto. Con questa strategia Abbott punta a ristabilire il controllo sul mercato dei farmaci brevettati nel sudest asiatico.
Bruno Vodopivec
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