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Fisioterapia: in Lombardia un lusso per abbienti

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Una denuncia di Aldo Maria Arrigoni.

Milano 05 aprile 2007

Da malato cronico di Sclerosi Multipla – diagnosi del 1981, tuttora attivo e dinamico nonostante la carrozzina – i medici mi suggeriscono di fare attività fisioterapica.
Per anni ho potuto esercitarmi presso il centro fisioterapico del San Raffaele, di aldo livello e molto efficiente, con due cicli di dieci sedute all’anno, tipicamente in primavera ed in autunno.
A cura ASL, i miei costi erano solo lo spostamento in auto da casa all’ospedale, circa 30 km tra andata e ritorno.
La stretta della legge finanziaria voluta dall’attuale governo ha portato la Regione Lombardia a ridurre le spese sanitarie.
Di conseguenza, la fisioterapia può essere fornita a costi ASL solo a quei malati cui il ciclo di trattamento permette un miglioramento sostanziale, con un programma certificato dal medico fisiatra e per quelle patologie che effettivamente permettono un simile miglioramento.
La Sclerosi Multipla è una malattia gravemente invalidante, progressiva ed inguaribile. Di conseguenza, anche un ciclo fisioterapico non permetterà mai un sostanziale miglioramento della condizione del malato, ma gli permetterà di superare più agevolmente le crisi periodiche. Per avere cicli di trattamento pagati personalmente, la spesa sarà di € 315,00 ogni ciclo di dieci sedute.
Questo vuol dire che purtroppo ho scelto una malattia troppo costosa per fare l’invalido a vita. L’avessi saputo prima, avrei cercato altre malattie meno costose.
Ironia a parte, mi sembra ridicolo che lo stato assistenziale supporti solo i malati passibili di guarigione.
Ai cronici è permesso solo lamentarsi e pesare sulla famiglia, visto che l’assistenza che ci viene fornita riguarda solo il ticket sui medicinali, il biglietto gratuito sui trasporti pubblici (non usufruibili agevolmente), il contrassegno parcheggio disabili nonostante il quale ricevo ugualmente multe per passaggi in corsie preferenziali, anche se previsto dal codice della strada. Certo, a chiederla c’è una pensione d’inabilità di ben
€ 285,00 al mese, che a me non danno perché usufruisco della pensione di anzianità per i 22 anni di contributi versati all’epoca.
Non mi sembra di avere dei benefici da privilegiato!
Preferirei indubbiamente deambulare come ero prima dell’insorgere della malattia e poter lavorare da dirigente d’Azienda come ero fino a 11 anni fa! Da notare che sono uscito dall’Azienda solo perché non potevo più viaggiare le tre settimane al mese che mi si chiedeva e lasciando il knowhow di 22 anni, le conoscenze, l’esperienza, il carisma di chi aveva creato la direzione commerciale (è l’argomento della ricerca SDA Bocconi in corso d’opera).
Quello che posso fare è esercitare un po’ di fisioterapia da solo a casa, sulle scale, cercando di camminare per quello che posso, con la soddisfazione di non pesare sul bilancio dell’ASL, che nemmeno mi rigrazierà, neanche un caffè!
E se otterrò dei miglioramenti, di certo non sarà grazie al welfare state nonostante che paghi le tasse come tutti i cittadini. Mi viene da chiedere perché non ufficializzare l’eutanasia e non permettere di soffrire meno noi e le persone che ci sono vicine.
Si studia tanto la terapia del dolore, ma per dei malati di SM forse un po’ di terapia fisica potrebbe bastare e costerebbe meno!

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