Le caviglie. Non trattatele con i piedi. Spesso le maltrattiamo, ma sono loro che ci fanno stare in piedi. Non solo gli sportivi, ma tutti devono averne la massima cura.
Città Ideale dedica un articolo alle caviglie che sovente sono soggette a traumi e distorsioni.
Le caviglie. Non trattatele con i piedi
Spesso le maltrattiamo, ma sono loro che ci fanno stare in piedi. Non solo gli sportivi, ma tutti devono averne la massima cura.
La distorsione della caviglia è una delle cause più comuni di infortunio che affliggono le persone che praticano attività sportiva. Si conta che la distorsione della caviglia rappresenti il 40% di tutti i traumi dovuti all’attività sportiva, specialmente in sport come il basket, il calcio, la corsa, la danza e il balletto. La distorsione della caviglia è causata da due meccanismi traumatici:
- Sollecitazione in varo e supinazione del piede con interessamento del comparto laterale (Disegno)
- Sollecitazione in valgo e pronazione del piede con interessamento del comparto mediale. (Foto in alto)
Tre quarti delle distorsioni di caviglia interessano e coinvolgono la struttura legamentosa laterale; i segni clinici di una distorsione sono: precoce gonfiore della zona peri-malleolare, ecchimosi, dolore nelle zone pre-malleolari e sotto-malleolari, perdita di funzione, dolori nell’esecuzioni di movimenti di pronazione e supinazioni.
Le distorsioni vengono classifi cate in tre gradi, basandosi sul grado di infortunio e di elongazione dei legamenti:
- I grado: legamenti elongati
- II grado: parziale lesione dei legamenti
- III grado: completa lesione dei legamenti
Generalmente possiamo affermare che le distorsioni di caviglia portano a una instabilità dell’articolazione di origine meccanica (risultato di cambiamenti anatomici che portano a un insufficienza che predispone la caviglia a successivi episodi di instabilità) e di origine funzionale (cambiamenti a livello del sistema neuromuscolare con un danno a livello della sensibilità propriocettiva ).
Se non adeguatamente trattate le distorsioni possono causare un’instabilità cronica dell’articolazione: i pazienti riferiscono un persistere dei sintomi come dolore e gonfiore anche dopo alcune settimane dall’episodio traumatico e manifestano una sensazione di instabilità che aumenta il rischio di subire successive distorsioni.
Dopo una distorsione di caviglia, è quindi di fondamentale importanza seguire un adeguato protocollo riabilitativo [Tab. 1] il cui obiettivo finale è quello di riportare il paziente a un livello funzionale uguale o migliore rispetto a quello antecedente all’infortunio, diminuendo il rischio di ricadute ed infortuni successivi.
Un programma funzionale di riabilitazione della caviglia risolve con successo circa 80/85% delle gravi (grado II o sup.) distorsioni di caviglia. Il restante 15/20% delle gravi distorsioni manifesta una persistente instabilità associata a continui infortuni, ed è quindi necessario l’intervento chirurgico.
Il trattamento chirurgico dovrebbe essere preso in considerazione solo se i sintomi persistono dopo un programma di riabilitazione funzionale. Il risultato dell’intervento chirurgico dovrebbe essere duraturo e stabile, garantendo la mobilità fisiologica della caviglia e dell’avampiede, evitando infortuni ai nervi e minimizzando il danno sui tessuti molli adiacenti. Non bisogna quindi fare l’errore di sottovalutare le distorsioni di caviglia perché eseguendo un precoce programma di riabilitazione funzionale si possono ottenere ottimi risultati prevenendo l’instaurarsi di una instabilità cronica, scongiurando quindi un intervento chirurgico.
Intervento riabilitativo | Obiettivo | Metodo |
---|---|---|
R.I.C.E Riposo-Ice-Compressione-Elevazione |
Ridurre gonfiore, infiammazione e dolore | Tutori, massaggio compressivo, applicazioni di ghiaccio, bendaggio compressivo ed elastico |
R.O.M. Range of Motion |
Mantenere e recuperare il normale arco di movimento | Mobilizzazione passiva e attiva, stretching della muscolatura posteriore |
Rinforzo Muscolare | Recuperare la forza muscolare speciamente dei muscoli evertori | Iniziare con esercizi di contrazione sotto massimali e progredire fino al rinforzo isotonico. Combinare esercizi a catena cinetica aperta e chiusa |
Esercizi Propriopercettivi | Recuperare l’equilibrio dinamico e la stabilità | Esercizi su una gamba sola o con l’utilizzo di dischi basculante e superfici instabili con gli occhi chiusi |
Esercizi Funzionali | Recuperare la forza dinamica, l’equilibrio e la potenza | Corsa, saltelli a due gambe, esercizi plyometrici |
Il fisioterapista risponde al lettore
Buongiorno,
mi chiamo Sandra Piccitelli e ho 64 anni. Vi espongo in breve il mio quesito. 5 mesi fa mi sono comparsi forti dolori al braccio destro. Dopo una lunga serie di accertamenti lo specialista ortopedico mi ha detto che devo fare della fisioterapia in quanto ho un infiammazione ai tendini della spalla. Vorrei sapere qual è la causa di questo problema e, in cosa consiste il trattamento fisioterapico.
Grazie
Sandra Piccitelli
Gentile Sign.ra Piccitelli,
cercherò di essere il più possibile esauriente e semplice nella risposta alle Sue domande, promettendole di approfondire meglio l’argomento in uno dei prossimi numeri della rivista. I tendini dei muscoli della spalla possono infiammarsi per diversi motivi, tra cui, il più frequente è dato dall’ormai nota “sindrome da conflitto”. Il conflitto di spalla consiste nella riduzione di uno spazio importante che deve essere presente all’interno dell’articolazione. Questo spesso accade a causa dell’artrosi oppure, specialmente in soggetti giovani, per difetti posturali protratti nel tempo.
Una volta che questo spazio si riduce in maniera consistente, tutti i piccoli tendini che lo attraversano rimangono compressi e nei casi più gravi vengono addirittura lacerati dalle ossa circostanti.
Se questa problematica non viene prontamente risolta, i tendini iniziano a degenerare causando cosi un infiammazione pressoché cronica. Parliamo ora della terapia.
Il trattamento riabilitativo (detto anche conservativo) è fondamentale per correggere o ritardare l’evoluzione del problema e quindi per evitare la soluzione chirurgica. Il fisioterapista si occuperà della Sua spalla, ridandole la corretta mobilità, e ripristinando la corretta funzionalità muscolare.
Una volta che il dolore sarà diminuito, l’obiettivo diventerà la correzione posturale. Non bisogna sottovalutare il fatto che le spalle sono strettamente connesse con la parte cervicale e dorsale della colonna vertebrale, e che spesso, problemi che nascono in un distretto possono condizionare la funzionalità dell’altro.
Dott Fulvio Dal Farra Fisioterapista
“Fondazione Salvatore Maugeri”, Lissone
Federico Pozzi
La selezione degli articoli di Città Ideale verrà proposta in diversi giorni.
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1 commento
Buongiorno, ho 37 anni e premetto che lo sport che pratico a livello agonistico/dilettantistico è il tennis ma nello specifico mi sono procurato una distorsione del compartimento esterno della caviglia sx giocando a calcio e, dopo l’intenso dolore immediato e qualche minuto a bordo campo, con fatica sono riuscito a rientrare per ulteriori ca 40 minuti di gioco nei quali il dolore sembrava essere regredito ed essere solo indolenzimento. Appena in doccia mi sono reso conto che la caviglia stava iniziando a gonfiare ed il dolore a ritornare, dopo sole circa 4-5 e faticando a camminare, ho applicato ghiaccio e preso antidolorifici. Il mattino seguente appoggiare il piede procurava dolore e la caviglia era gonfia, allora mi sono recato al pronto soccorso dove la radiografia non evidenziava fratture ed una visita ortopedica escludeva rottura dei legamenti. Mi è stata fatta una fasciatura tecnica e prescritto l’uso di stampelle per 15 giorni. Ne sono passati 5 e non uso più le stampelle, cammino quasi regolarmente senza dolore, il gonfiore è regredito ma non sparito, il piede presenta diverse aree livide bluastre non doloranti, alla pressione l’area del PAA (dove il gonfiore è ancora abbastanza evidente) è dolorante, meno presso il PC, non dolorante presso il PAP. Tra qualche giorno, se in assenza di dolore, vorrei tentare di riprendere quantomeno a palleggiare senza eccedere negli spostamenti: è sconsigliabile? Occorre pensare all’uso di cavigliera specifica? Come si suggerisce di procedere? Grazie per i consigli! Luca