La morte di Piergiorgio Welby obbliga a serie riflessioni.
NdR delle 13:55:
Stamattina quando o appreso la notizia della morte l’avevo intesa come “morte naturale” ed ho scritto un titolo ed un articolo di conseguenza.
Apprendo solo alle ore 13 che il Dottor Mario Riccio ha staccato la spina senza alcuna specifica autorizzazione esaudendo così il desiderio di Welby.
Per questo motivo il titolo ed il testo dell’articolo non verranno modificati o cancellati perché ancora reali a descrizione di una realtà dove, per sostenere il volere di un Disabile, occorre cadere nell’illegalità …
Resta ormai ben poco da dire. Se l’annuncio della morte l’avesse dato la Sorella anziché Pannella forse sarebbe stato meglio, in certi casi la famiglia deve vivere il protagonismo di una circostanza che è dolorosa ed intima. Non leggete la frase precedente come una valutazione politica, non lo è.
Signor Piergiorgio Welby, foto TGCom.it.
Vorrei solo ricordare che era un Disabile nel pieno delle sue facoltà mentali e che gli è solamente venuta meno una autonoma fisicità per gestire il proprio pensiero. Solamente per questo non ha avuto il diritto di morire come voleva!
Avete una vaga idea di quanti Disabili vivono una vita che non è la loro e la vivono male perché vengono gestiti come chi “li ama” intende il bene ed il male?
Le frasi: “Lo faccio per il tuo bene!”, “Lo dico per il tuo bene!” e … Sono la più vigliacca coercizione di chi non può fuggire da una realtà che a forza di amarlo lo può uccidere o, nel casi di Welby, tenerlo in vita …
Pazzesco!
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